[ad]Durante il confronto tra i candidati alle primarie del centrosinistra trasmesso da SkyTg24, Nichi Vendola ha dichiarato: “”Forse dovremmo immaginare, come fanno in Francia, un tetto massimo di spesa anche per il singolo candidato che deve rischiare sanzioni molto gravi. In Francia c’è addirittura la decadenza dal seggio che si conquista con le elezioni”
Pagella Politica ha effettuato il fact checking della dichiarazione di Nichi Vendola e si è espressa con un “Vero”.
Ecco l’analisi:
In Francia vi è un tetto massimo di spesa sia per i candidati alle Presidenziali che per le elezioni parlamentari. Siccome Vendola parla però di “decadenza dal seggio”, ci concentriamo sulle regole che riguardano le elezioni legislative.
Il limite di spesa è stato fissato nel 1993, e contava una parte fissa pari a 38mila euro, ed una variabile pari a 0,15 per ogni abitante della circoscrizione del seggio in questione. Ogni tre anni questo tetto viene aggiornato all’inflazione, e nel 2008 è stato moltiplicato per 1,26. Nelle ultime elezioni parlamentari, è questo tetto che ogni candidato doveva rispettare.
La legge riconosce un rimborso forfettario delle spese elettorali (pari a non più del 50% del tetto), a condizione che il candidato:
· abbia raggiunto il 5% dei suffragi al primo turno,
· abbia regolarmente deposto il conto della propria campagna elettorale,
· abbia rispettato le regole relative al finanziamento della campagna elettorale (tetto massimo e regolarità delle entrate e delle uscite).
· abbia consegnato la propria dichiarazione patrimoniale presso la Commissione per la trasparenza finanziaria della vita politica (nel caso di deputati uscenti o eletti),
Inoltre il codice prevede che se un candidato non dovesse rispettare le regole, può essere punito attraverso un annullamento dei risultati elettorali, una multa pecuniaria ed incorrere anche a sanzioni penali quali l’imprigionamento e l’incandidibilità. Più nello specifico, se il candidato non dovesse depositare il bilancio delle spese della campagna, presso la Commissione Nazionale dei Conti Campagna e dei Finanziamenti Pubblici, nelle condizione e tempi previsti, è da considerarsi non idoneo a qualunque posizione per tre anni, anche se a partire dal 2011 questa incandidibilità deve essere valutata da un giudice e non è automatica. Un rappresentante eletto che non dovesse pubblicare la sua dichiarazione patrimoniale, o che dovesse pubblicarne una falsa (clausola introdotta con la legge del 14 aprile 2011), può essere punito con una multa di 30mila euro ed eventualmente essere privato di alcuni diritti civili, fino ad un massimo di 5 anni, oltre che interdetto dal ricoprire cariche pubbliche.
In conclusione: il tetto massimo esiste, le sanzioni possibili sono “molto gravi” ed includono la decadenza del seggio per il soggetto eletto oltre che la sua incandibilità per altri: Nichi Vendola ha ben illustrato le normative d’Oltralpe e si merita un “Vero”!
(Queste informazioni sono rese disponibili sul portale vie-publique, un sito gestito dal Direttorato dell’Informazione Legale e Amministrativa della Presidenza del Consiglio francese.)
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