Il nuovo partito di Donadi, colpo di grazia per l’IdV

Pubblicato il 21 Novembre 2012 alle 18:39 Autore: Giuseppe Colasanto
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Non è bastato l’ultimo dietrofront, quello con cui Di Pietro ha sconfessato il tentativo di approcciare il Movimento 5 Stelle, cercando un nuovo riavvicinamento a Pd e Sel. L’IdV perde ancora pezzi (due deputati ed un senatore, oggi).

 

[ad]Alle prese con una crisi duratura, parallela a quella che attanaglia il partito del suo storico nemico, il Pdl di Silvio Berlusconi, l’Italia dei Valori si appresta ad organizzare un assise nazionale in cui l’ex magistrato Antonio Di Pietro promuoverà un rinnovamento organizzativo del suo movimento, con regole democratiche più capillari e con una gestione economica più trasparente. E cercherà ancora una volta di riavvicinarsi al Pd, sperando nella sponda di Nichi Vendola, compagno di opposizione al Governo Monti e di proposizione di Referendum. Lo farà invitando il vincitore delle Primarie (quale che sia) all’assise e assicurandogli il sostegno del suo partito, da tempo alla ricerca di alleati.

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Tutto ciò però potrebbe non bastare perché dall’interno dell’IdV le crepe si fanno sempre più evidenti: quando l’ex procuratore parlava di killeraggio mediatico e di partito che non avrebbe raggiunto la soglia minima per restare in Parlamento per i prossimi cinque anni, probabilmente non si aspettava che l’Italia dei Valori avrebbe perso tre deputati (scendendo sotto la soglia dei venti dei gruppi autonomi) e due senatori ben prima dello scioglimento dell’attuale legislatura. Con sondaggi elettorali che vedono l’IdV in costante declino, il fuggi fuggi potrebbe diventare ancor più copioso a partire da domani, quando l’ex capogruppo Massimo Donadi presenterà a Montecitorio il suo nuovo partito, un soggetto politico che si preannuncia come un satellite dei Democratici, tanto che il suo stesso fondatore lo descrive “povero ma entusiasta”, alla ricerca di un nuovo contatto con il campo dei progressisti da cui Di Pietro si è allontanato.

Di più: affermando che “oggi bisogna mettere via i partiti personalistici, con i nomi nei simboli, con un giocare tutto sulla presenza mediatica”, e promuovendo a modello il Presidente Hollande, in un certo senso cerca di accattivarsi il consenso del segretario Bersani, che del partito-collettivo e della “normalità” à la Hollande ha fatto un tratto distintivo della propria azione politica. Ottenerne il consenso per spingere l’Idv nell’isolamento – e nella conseguente irrilevanza politica – potrebbe essere la vendetta per l’ex numero due del movimento di pietrista.

Amaro il commento di Di Pietro, che ha bollato la formazione di Donadi come una “scialuppa di salvataggio” per i transfughi, senza alcuna differenza sostanziale dal proprio partito. Scialuppa di salvataggio per loro, ovvero il colpo di grazia per l’IdV.