Recensione/3 – “Tanatoparty”
Autore: Laura Liberale, torinese, dottore di ricerca in Studi indologici dopo la laurea in Filosofia, è traduttrice e poetessa
Titolo: Tanatoparty
Edizione: Padova, Meridiano Zero, 2009
Pagine&Prezzo: 128 pp., € 10
Tanatoparty, la morte in diretta
[ad]“La morte in diretta” è un noto film anni ’80, all’epoca veniva bollato come fantascientifico. Oggi, forse, questa definizione dovrebbe essere riveduta e corretta. La morte, quella reale, oggi è in diretta tutti i giorni, in qualunque momento. Basta un computer ed una linea telefonica. E non serve nemmeno cercare immagini di guerra, basta scrivere, per fare un esempio, “Mariano Bacioterracino”, la cui morte è stata resa di pubblico dominio dalla procura di Napoli.
Il paradosso sta nel fatto che i nostri occhi, pur così abituati, così assuefatti alla dimensione pubblica della morte, all’esibizione, all’indifferenza, ne rifiutano tuttavia l’idea. Da questo rifiuto nasce la tanatoprassi, una pratica che l’autrice di Tanatoparty, Laura Liberale, mette alla berlina definendola come l’«estetica dell’aggiustabile», ciò che serve a «riconsegnare al defunto una dignità corporale, riconsegnare ai dolenti un’identità del defunto riconoscibile e confortante».
Tanatopary è un romanzo sofisticato e dissacrante, in cui ogni pagina è incorniciata – letteralmente – da una citazione del Libro tibetano dei morti. È un racconto dove storie di necrofili, tanatoprattori e poeti maledetti vengono intrecciate ad arte, dando vita ad una paradossale favola noir.
La protagonista Lucilla Pezzi, è una poetessa dagli occhi verde smeraldo e dalla voce roca, «pifferaia rivoluzionaria che incanta i suoi sorci e con quei piedi nudi schiaccia una volta di più il buon nome di suo padre, il nome ‘borghese’ di suo padre». Per Lucilla il corpo doveva essere un grido ininterrotto contro l’ideologia. La sorella Mina, voce narrante della storia, la ricorda in una delle sue parossistiche esibizioni, la rivede «dissacrare tutto, celebrare mostruo e sfruttamento proletario, orgasmo e rivoluzione culturale, mentre le sedie del pubblico scricchiolavano di disagio. Prima che arrivasse la polizia, perché qualcuno aveva denunciato l’oltraggio al pudore, e Lucilla si lasciasse portare via come una bambola che con metà bocca bacia e con l’altra metà azzanna».
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[ad]Lucilla, che per tutta la vita aveva fatto del proprio corpo un’opera d’arte, campo di battaglie politiche e socilali, nel momento in cui apprende di essere malata di cancro decide di fare della propria morte una performance, l’ultima. “Corporea. Gli ultimi versi di Lucilla Pezzi”. Palcoscenico dell’esibizione sarà Tanexpo, l’esposizione internazionale d’arte funeraria e cimiteriale realmente esistente: nata nel ’92 a Bologna continua a svolgersi, ogni anno, in Emilia Romagna.
Laura Liberale, torinese di nascita e padovana d’adozione, è poetessa e musicista: Tanatoparty, che nel lessico e nel ritmo conserva un raffinato lirismo ed una cantilenante musicalità, ne segna l’esordio come scrittrice. La sua “nerissima rivisitazione dell’Alice di Carrol” è una denuncia della morte come tabù ed un fortissimo j’accuse che si leva contro il tentacolare business del marketing che ha raggiunto anche l’industra della morte, ma soprattutto contro l’esposizione di ciò che dovrebbe rimanere destinato ad una dimensione intima e privata, che non necessita, per essere accettata, né di aggiustamenti estetici né di tabù da superare.
di Silvia Quaranta