Recensione: “Servi”, di M. Rovelli

Pubblicato il 17 Dicembre 2009 alle 12:53 Autore: Andrea Carapellucci
sondaggi, PMI: piccole e medie imprese

Recensione: “Servi”, di M. Rovelli

 

Recensione: "Servi", di M. Rovelli

La grande sfida dell’immigrazione in Italia, tra politica ed economia (e letteratura), in un reportage narrativo di Marco Rovelli.

[ad]«Servi»: un titolo che non può essere frainteso. Questo reportage narrativo, nello stile a cui Marco Rovelli ci ha già abituati (Lager italiani, Rizzoli, 2006), affronta l’argomento dell’immigrazione con una singolare schiettezza. Gli extracomunitari – con o senza permesso, appena arrivati o di lunga data – sono i servi degli italiani. Svolgono un ruolo fondamentale e forse insostituibile per l’economia nazionale. Sono la forza lavoro che consente la realizzazione delle grandi opere pubbliche come dei piccoli interventi di edilizia domestica. Sono i braccianti che raccolgono i pomodori sotto il sole della Puglia, e che consentono alla grande distribuzione di venderli a prezzi contenuti.
E’ difficile, leggendo queste pagine, non sentirsi in qualche modo responsabili di questa moderna forma di servaggio, che anche nell’epoca dell’informazione si perpetua nella quasi totale oscurità. Rovelli non risparmia nessuno: pagina dopo pagina illustra il meccanismo di sfruttamento che regge le fondamenta dell’economia italiana, come in una impietosa requisitoria. Racconta delle morti sul lavoro, delle abitazioni fatiscenti, ma anche dei sogni e delle speranze di chi affronta un viaggio verso l’ignoto, seguendo il richiamo delle moderne sirene della pubblicità televisiva.
Questo libro aiuta a capire i meccanismi del lavoro clandestino, per definizione senza diritti, ma anche le ragioni più profonde che ne stanno alla base. Un Paese che conosce e accetta con cinismo i propri difetti, e sceglie di sopravvivere grazie al PIL sommerso di cui gli immigrati costituiscono il principale fattore di produzione.
Un breve saggio di economia illegale, quindi. Ma anche un interessante esempio di letteratura, a cavallo tra il giornalismo e il romanzo.
Il suo principale merito è di trattare con sincerità un argomento oggetto di una subdola forma di auto-censura. Arrivati all’ultima pagina, si avverte il peso di un male conosciuto, ma negato. Rovelli non propone soluzioni, né risposte. La sua è una scrittura appassionata, che regala per  una denuncia fredda, impersonale, consapevole di essere destinata all’oblio.

Autore: Marco Rovelli, 40 anni, insegnante di storia e filosofia, ha scritto tra l’altro per Nuovi Argomenti, il manifesto, l’Unità e Nazione Indiana.

Titolo: Servi. Il paese sommerso dei clandestini al lavoro, Milano, Feltrinelli 2009

Pagine&Prezzo: 224 pp., € 15,00

 

 

L'autore: Andrea Carapellucci

Analista giuridico di TP, si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino ed è dottorando in Diritto amministrativo presso l’Università degli Studi di Milano.
Tutti gli articoli di Andrea Carapellucci →