Primarie Pdl il 16 dicembre, la scommessa di Alfano

Pubblicato il 22 Novembre 2012 alle 20:02 Autore: Giuseppe Colasanto
primarie pdl- angelino alfano

Primarie Pdl confermate, si voterà il 16 dicembre, due settimane esatte dopo il secondo turno delle primarie di centrosinistra.

[ad]La decisione è definitiva – mancano d’altronde poco più di tre settimane – ed è stata presa da tutto il coordinamento del Popolo delle Libertà, riunito oggi dopo che il vertice di ieri sera (durato sei ore) aveva visto l’ex Premier Silvio Berlusconi accettare il decisionismo del segretario Alfano, pronto a giocarsi il tutto per tutto nella competizione: se avrà successo – di partecipazione, di percentuali, di effetti sui sondaggi elettorali – potrà dirsi affrancato dal suo predecessore, potrà veramente dirsi leader, ma se anche una sola delle tre variabili dovesse andare male, la sua carriera potrebbe avere un triste epilogo (per quanto la parola “epilogo” sia piuttosto rara nella politica italiana).

 

Certamente, organizzare le primarie in così poco tempo, quando lo schieramento avverso ne parla quotidianamente da settembre, non renderà semplice l’affluenza. Saranno organizzati gazebo in modo quanto più capillare possibile per le casse non più abbondanti del Pdl, ma il rischio flop su questa variabile è alto. Più basso sarebbe stato votando il mese successivo, come pure era ipotizzato: ma così almeno il Cavaliere avrà meno tempo per far saltare il banco.

primarie pdl- angelino alfano

Le percentuali di Alfano dipenderanno per forza di cose da quanti saranno i candidati, alla fine: tra volti noti e meno noti, si è superata la decina (oltre al segretario, ci saranno la Santanché, la Meloni, Galan, Sgarbi, Samorì, Crosetto, mentre si è ritirata Alessandra Mussolini, sul neocandidato Alessandro Proto è giunta la tegola giudiziaria e Tremonti ha lanciato le sue liste autonome per regionali e politiche) e la soglia delle diecimila sottoscrizioni per poter ufficializzare la candidatura non è poi così impossibile per chi abbia un minimo di radicamento territoriale, senza il quale la stessa candidatura sarebbe puro divertissement. La soglia minima per acquisire credibilità politica e per non trasformare la competizione tanto desiderata in un boomerang è quella del 50%, al di sotto della quale il Pdl stesso sarebbe a rischio.

E il Pdl sarebbe a rischio anche se una volta tenutesi le primarie il trend dei sondaggi politici non dovesse cambiare: il Cavaliere l’ha già fatto sapere, teme che il partito possa arrivare al 10% e i suoi sondaggi riservati non danno l’ipotesi come improbabile. In questo caso, è chiaro, il Pdl non esisterebbe più e tornerebbero in auge le liste “berlusconiane” di cui si era cominciato a parlare il mese scorso.

Oggi però, Alfano può non pensare a tutto ciò e godersi una prima vittoria: le Primarie, comunque, si faranno.