Il nuovo governo in Olanda: una coalizione europeista
Il nuovo governo in Olanda: una coalizione europeista
[ad]Il 5 novembre si è insediato nei Paesi Bassi il nuovo governo, una coalizione liberale-laburista, formata da Vvd – Partito del Popolo per la Libertà e la Democrazia e PvdA – Partito Laburista, le due formazioni che hanno ottenuto i maggiori consensi nelle elezioni legislative per il rinnovo della Camera dei Rappresentanti, il 12 settembre scorso. L’esecutivo è composto da 13 ministri e 7 segretari di Stato ed è presieduto da Mark Rutte (Vvd), già primo ministro del precedente governo di centro-destra.
Il negoziato tra Vvd e PvdA, durato cinque settimane, è stato incentrato soprattutto sul programma di austerità che, come annunciato, dovrà portare a una riduzione di 16 miliardi di euro della spesa pubblica entro il 2017. Dopo le elezioni del 2010 la formazione del governo ha richiesto 127 giorni e nel 1977 ci volle quasi un anno per formare un esecutivo di due partiti – Cda e Vvd – presieduto dal cristiano-democratico Dries van Agt. La coalizione ha la maggioranza dei seggi nella Camera dei Rappresentati (79 su 150) ma non nel Senato (30 su 75 senatori eletti dalle 12 province).
Il Vvd e il PvdA di Diederik Samsom sono entrambe formazioni europeiste (seppure nella fase attuale in modo critico) e hanno aumentato i rispettivi seggi, sia a discapito di formazioni più radicali di destra e di sinistra, sia dei Cristiano-democratici. Si è così determinata una parziale bipolarizzazione del quadro politico, laddove fino a poche settimane prima del voto lo scenario sembrava orientarsi verso una frammentazione in prevalenza in senso anti Ue e le rilevazioni indicavano che 2/3 dell’elettorato non aveva ancora deciso per chi votare.
Alle elezioni legislative il Vvd (aderente al gruppo parlamentare europeo dell’Alde – Alleanza di Liberali e Democratici per l’Europa) ha ottenuto il 26.5% (41 seggi, +10). A seguire: PvdA – Partito Laburista (S&D – Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) 24.7% (38 seggi, +8); Pvv – Partito per la Libertà (NI – Non Iscritti) 10.1% (15 seggi, -9); Sp – Partito socialista (Gue/Ngl – Sinistra Unita Europea / Sinistra Verde Nordica) 9.6% (15 seggi); Cda – Partito cristiano democratico (Ppe – Partito Popolare Europeo) 8.5% (13 seggi, -8); D66 – Democratici 66 (Alde) 8% (12 seggi, +2); Cu – Unione Cristiana (ECR – Conservatori e Riformisti Europei) 3.1% (5 seggi); Gl – Sinistra Verde (I Verdi – Alleanza Libera Europea) 2.3% (4 seggi, -6); Sgp – Partito politico riformato (EFD – Europa di Libertà e Democrazia) 2.1% (3 seggi, +1); 50+ 1.9% (2 seggi, +2); PvdD – Partito per gli animali 1.9% (2 seg., -). Si è votato con il sistema elettorale proporzionale e l’affluenza alle urne è stata del 74.3% (-0,4% dal 2010).
Se le elezioni del 2010 sono state caratterizzate dal tema della immigrazione, quelle del 2012 hanno visto al centro l’economia e il rapporto tra Olanda e Ue, in particolare nell’ambito economico-finanziario, temi determinanti sia nella caduta del governo Rutte in aprile, sia per gli impegni del nuovo esecutivo, poiché Rutte è un sostenitore della linea seguita dal Cancelliere tedesco Angela Merkel, mentre la linea di Samsom appare molto più vicina a quella del Premier francese Hollande.
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