Perché Berlusconi non va più in tv

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 alle 06:07 Autore: Giuseppe Ceglia
berlusconi in tv da vespa

Nell’ultima telefonata fatta a Ballarò, due settimane orsono, Silvio Berlusconi si è detto molto più esperto di Floris in materia di televisione, e nel chiudere drasticamente la conversazione l’ha dimostrato nella pratica. Magari non è stato un gesto di classe, ma pare che funzioni. Gramsci diceva “la storia insegna, ma non ha scolari”. Berlusconi fa eccezione. Dai suoi errori di solito ha ricavato un insegnamento, che ha poi messo in pratica.

Ad oggi, le sue apparizioni con presenza fisica negli studi televisivi sono molte meno di quante si possa pensare.

[ad]La più famosa resta quella dell’8 maggio 2001, poco prima delle elezioni politiche, dove nello studio di Porta a Porta presentò e firmò il suo “contratto con gli italiani” mettendo una seria ipoteca sulla vittoria alle urne del 13 maggio. Il tutto senza “contraddittorio”: nel 2001, infatti, Berlusconi evitò per la prima volta (nel ’94 si confrontò con Occhetto, nel ’96 ebbe un paio di duelli con Prodi) un faccia a faccia televisivo con il leader dell’altra coalizione – nonostante l’insistenza dello stesso Rutelli – poiché era dato in netto vantaggio nei sondaggi.

A Porta a Porta ci è ritornato nel dicembre 2005, nel maggio 2009 e nel settembre dello stesso anno. Nel primo incontro disse di aver rispettato tutti e cinque i punti del contratto nonostante i dati ISTAT confermassero il contrario su almeno due punti: tasse e lavoro (nessuno in studio glielo fece presente, a partire da Vespa). Nel secondo incontro si è difeso dalle accuse dei giornali e di Veronica Lario sugli scandali sessuali che gli venivano imputati. Nell’ultima apparizione ha parlato di persona della consegna delle prime case in Abruzzo. In tutti e tre i casi non c’è mai stata una controparte politica che potesse controbattere alle eventuali inesattezze del premier. Addirittura proprio quest’ultima puntata suscitò polemiche perché la Rai decise di spostare la messa in onda di Ballarò, programmata quella sera stessa e dunque potenzialmente concorrenziale con lo show del premier, rinviandola di due giorni.

berlusconi in tv da vespa

Se non si tiene conto degli assurdi duelli elettorali travestiti da dibattito con il cronometro alla mano contro Prodi  – in cui Berlusconi seppe comunque districarsi bene, annunciando con un “colpo di tacco” l’abolizione dell’Ici – i veri scontri “leali” di Berlusconi in tv, con controparte politica, sono stati tre: due a Matrix e uno a Ballarò. I primi due dibattiti, rispettivamente con Rutelli e Diliberto, si sono svolti prima delle elezioni politiche del 2006. In entrambi i duelli Berlusconi ha saputo tenere la calma, cercando di invertire la rotta dei sondaggi, stavolta a lui avversi.

A Ballarò, il 5 aprile 2005, subito dopo la vittoria del centrosinistra alle Regionali, le cose andarono diversamente. Complice la fresca sconfitta elettorale e uno studio televisivo non proprio “amico”, il premier non riuscì a farsi valere, e subì diversi attacchi incrociati da D’Alema e Rutelli che lo misero più volte in difficoltà. Fu una puntata che fece talmente scalpore da indurre un impiegato napoletano a registrarla su dvd e venderla sulle bancarelle a 3 euro.

Dopo la sconfitta elettorale del 2006, Berlusconi decise di cambiare strategia: mai più dibattiti in tv, maggiore spazio al telefono.

La tecnica delle telefonate è datata: tra le prime chiamate in diretta tv che si ricordino c’è quella del 15 marzo 2001 alla trasmissione di Michele Santoro “Il raggio verde”, in cui Berlusconi cercò di spiegare l’origine delle sue società non senza aver prima attaccato la faziosità dei programmi Rai, destando l’ira del conduttore. Memorabile resta il successivo “Si contenga!” del Cavaliere.

Seguono anni di silenzio catodico (o almeno telefonico) fino al 2008, anno in cui la nuova tattica comunicativa prende piede, in pratica dall’insediamento del governo attuale:

il 18 novembre 2008 telefona a Ballarò, risponde alle accuse di corruzione mosse da Di Pietro e alle domande di Epifani e Bersani (senza convincere gli interlocutori) e attacca il telefono prima che Floris gli faccia domande;

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