Qualche insegnamento per Renzi da queste primarie
[ad]Alcuni supporter a livello nazionale del sindaco considerano la proposta politica di Renzi quella più in continuità con lo spirito che spinse Ds, Margherita e partiti minori ad abbandonare le casacche del passato per dar vita ad un nuovo e rinnovato soggetto politico. Col consenso in zone a subcultura rossa Renzi può rivendicare il fatto che parte della tradizione della sinistra italiana sostiene lo spirito gradualista e continuista della vicenda politica della sinistra italiana. Mentre Bersani per queste persone rappresenterebbe una regressione se non un vero e proprio passo indietro di stampo massimalista.
In secondo luogo però il rivendicare con orgoglio la vittoria in zone rosse rischia di cristallizzare Renzi su posizioni politiche e amministrative immobili se non stagnanti. Con la scusa che le “zone dove si vince sempre mi hanno premiato”.
La forza di Renzi invece risiede nel ribaltamento totale di questo paradigma. E il sindaco fiorentino può rappresentare il prototipo di quell’amministratore locale di centrosinistra che però si rifiuta di fissarsi sulle posizioni precedentemente prese da tutti i suoi predecessori, sforzandosi di riempire di contenuti nuovi l’efficiente macchina amministrativa che consenta alla sinistra di vincere in quelle zone. Per fornire ai suoi cittadini non solo la buona amministrazione, ma anche il sogno.
In questo senso appare quanto mai positivo per il sindaco di Firenze, giusto per fare un esempio, il fatto che Renzi abbia nella sua città il Partito Democratico fiorentino contro e schierato nettamente con Bersani.
Il Pd tradizionale – in questa rappresentazione – incarna la linea politica e amministrativa classica, Renzi la attualizza sempre all’insegna del progressismo italiano e in questo modo consente alla “tradizione” di non diventare “oppressione”, fornendo ai suoi cittadini sempre elementi nuovi per spingerli a gradire la sua attività politica.
In questo modo Renzi ha nettamente vinto in Toscana. In questo modo può vincere al ballottaggio.