“Il Vittorioso”: Feltri e il gioco delle copie
[ad]L’ex direttore del Giornale, da laico, si pronuncia a favore del testamento biologico, affinché “ciascuno possa decidere della propria vita senza che nessuno, né la Chiesa né lo Stato, ci metta bocca”. Anticipando di alcuni mesi la cronaca parlamentare di questi giorni, prefigura grandi difficoltà nell’approvazione del federalismo. Il Vittorioso è anche l’occasione per Feltri per offrire prova concreta del tifo sfegatato verso suo figlio Mattia, giornalista come lui. La sua passione per i cavalli e per gli animali in generale. Si dice fiero della sua creatura editoriale: Libero, nato per scommessa, salvo per miracolo e sopravvissuto per la sola forza della sua impertinenza. Feltri descrive il suo giornale ideale come un oggetto di lusso con poche pagine, pochi redattori fissi e molti redattori esterni ben pagati. Racconta il suo rapporto con Oriana Fallaci con la quale è diventato amico dopo aver rintracciato contro di lei un ostracismo ideologico preventivo. Elementi sufficienti, per Feltri, per schierarsi a sua difesa. Feltri quando non attacca, difende. Tutto fuorché fare il mediano. Non fa per lui.
Giuseppe Spadaro