Georgia, il nuovo match (energetico) di Kakha Kaladze
[ad]Il terzo progetto coinvolgente Tbilisi è il White Stream. Esso, atteso per il 2016, permetterà il trasporto del gas caspico attraverso il Mar Nero, congiungendo la cittadina georgiana di Supsa sia alla regione ucraina della Crimea (Feodosiya) sia alla località costiera rumena di Costanza. Il duplice delinearsi del progetto garantirà così forniture energetiche sia al mercato polacco, lituano e slovacco (via Ucraina) sia al mercato balcanico (via Romania). Infine, l’ultima frontiera energetica di Tbilisi (Azerbaijan-Georgia-Romania Interconnector), parzialmente replicante la tratta del White Stream, assicurerà il trasporto delle risorse azere, collegando la cittadina costiera georgiana di Kulevi alla località rumena di Costanza, garantendo così approvvigionamento al mercato centro-europeo.
A complicare lo scenario, vi sono inoltre le ripetute pressioni russe volte ad influenzare gli approvvigionamenti caspici e la diversificazione energetica europea. L’ostruzionismo del Cremlino ha assunto una duplice forma. Da una parte, si è fermamente opposto alla costruzione del Trans-Caspian Oil Transport System e della Trans-Caspian Gas Pipeline garantenti, in caso di loro implementazione, un più semplice ed efficiente trasporto di risorse dalle coste kazake e turkmene alle coste azere e, di lì, ai bacini mediterranei ed europei. Dall’altra, ha pianificato l’edificazione di due progetti concorrenti, ai molteplici esposti poco sopra, al fine di perpetrare il proprio monopolio nel rifornimento energetico europeo e contemporaneamente evitare l’instabilità politica di molte ex-repubbliche sovietiche. Il primo, Blue Stream, operante dal novembre 2005, garantisce un collegamento infrastrutturale tra il giacimento russo di Izobilnoye (Nord Caucaso) e la capitale turca Ankara, attraverso il Durusu Terminal sulle sponde del Mar Nero. Il secondo, atteso per il 2015, conosciuto con il nome di South Stream e risultato delle volontà congiunte di Gazprom ed Eni, assicurerà, attraversando il Mar Nero, il trasporto di gas dalla città costiera russa di Beregovaya alla città bulgara di Varna, proseguendo sui territori serbo ed ungherese e arrivando all’hub austriaco di Baumgarten, rifornendo così diverse nazioni europee.
La molteplicità di soggetti coinvolti, e i delicati interessi in campo, impongono una necessaria attenzione nell’intraprendere iniziative che, se frettolosamente condotte, potrebbero avere importanti ricadute geo-politiche. Che Kaladze, nonostante il recente insediamento, stia già rimpiangendo i faticosamente allegri momenti in cui doveva, semplicemente, occuparsi di Messi e Ronaldo?