L’analisi del Cattaneo sulle primarie
Sono tante le analisi che da domenica sera si susseguono sul primo turno delle Primarie, perché sono tanti gli aspetti da cogliere di uno degli eventi politici più rilevanti eventi politici del 2012.
Uno degli Istituti di ricerca più rilevanti in Italia, il Cattaneo di Bologna, ha rilasciato oggi una prima bozza di analisi incentrandosi su due elementi di analisi: la partecipazione e il voto ai candidati.
[ad]Tre milioni e centodiecimila elettori si sono espressi per sostenere la candidatura di uno dei cinque candidati, sono una cifra ragguardevole, appena superiore a quella che consacrò Bersani nel 2009 segretario del Pd, in un secondo turno a tre con Dario Franceschini e Ignazio Marino. Rappresenta comunque un risultato inferiore alle primarie del 2005, quando si presentarono ai gazebo oltre quattro milioni di elettori, e a quelle del 2007 con cui fu fondato il Pd stesso (3,5 milioni di elettori). A differenza delle precedenti primarie, per queste primarie la registrazione all’albo degli elettori è stata considerata da subito “cosa seria”, limitando la partecipazione ad elettori degli altri schieramenti – non troppo a leggere le cronache della giornata ai seggi e a guardare le polemiche di questi e dei prossimi giorni per il ballottaggio.
L’Istituto Cattaneo ha confrontato la partecipazione di queste primarie rispetto a due dati. Il primo confronti lo si ha con gli elettori dei partiti alle ultime elezioni. I ricercatori bolognesi hanno scelto le elezioni europee del 2009, le prime in cui Sel si è presentata. Solitamente, per questo genere di confronti si utilizzano infatti le elezioni politiche o le europee, perché le uniche a carattere nazionale, ben sapendo che il voto per le europee è più frammentato di quello per le politiche. Ebbene, secondo il Cattaneo, le primarie hanno attirato il 32,8% degli elettori di Pd e Sel, un risultato definito “importante”. A livello regionale, hanno fatto la parte del leone Toscana ed Emilia Romagna – regioni dove forte è la presenza organizzativa del Pd – oltre a Basilicata, Molise e Abruzzo. Va detto che anche in Basilicata il Pd ha una rete capillare di circoli e il centro sinistra ha da molto tempo risultati importanti.
Gli organizzatori – e i candidati – sono riusciti nell’intento fondamentale di ogni primaria, quello di allargare la partecipazione al di là dei soli iscritti: i partecipanti al primo turno di domenica 25 novembre sono stati tre volte più numerosi degli iscritti al Pd, con punte di eccellenza in Lombardia (9 volte gli iscritti), Piemonte (8), Trentino-Alto Adige (8), Liguria e Veneto (6). Risultati inferiori al sud Italia.
Il voto ai candidati ha premiato Bersani prevalentemente al sud Italia (dove in molte regioni è andato oltre il 50%), mentre il sindaco Renzi ha superato il 50% solo in Toscana ed ha prevalso su Bersani nelle Marche ed in Umbria, ottenendo buoni risultati anche in Piemonte ed Emilia Romagna. Gli stessi risultati si ottengono confrontando il voto ai candidati col voto ai partiti nel 2009.
Questi dati possono essere una base chiara per elaborazioni successive, che dovranno necessariamente andare più in profondità.