La battaglia di Berlusconi per il “Porcellum”

Cancellare il Porcellum, perché mai?

[ad]È la legge elettorale – o meglio, la sua modifica – l’ultimo oggetto del contendere all’interno del Popolo delle Libertà. Berlusconi infatti sarebbe intenzionato a far saltare il banco della bozza Malan (con tutte le proposte di Calderoli), per mantenere in vita una legge elettorale che già due volte ha fatto il proprio dovere: avvantaggiare il centrodestra contro il centrosinistra, e permettere ai leader di selezionare i propri candidati preferiti.

 

Pazienza se alle prossime elezioni, il Porcellum garantirebbe sia alla Camera che al Senato una vittoria schiacciante della coalizione di centrosinistra (sempre ammesso che il dopo primarie non prolunghi la scia di veleni di quest’ultima settimana). Tenere in vita il Porcellum, infatti, garantirebbe al Cavaliere di non modificare più di tanto l’attuale assetto del sistema politico.

L’ingresso in Parlamento di un consistente drappello grillino – che per forza di cose ridurrà la quota di azzurri in Parlamento – dovrebbe infatti essere l’unica novità rilevante: il Monti-bis sarebbe sventato se, come dicono oggi i sondaggi elettorali, il Pd rimanesse saldamente sopra il 30%, il terzo polo si troverebbe nello stesso limbo in cui Casini si trovò nel 2008, ma con tanti notabili in più con cui spartirsi i posti in Parlamento, e il centrodestra “berlusconiano” di nuovo sotto la sua ala protettrice.

Il Pdl infatti sembra sempre più vicino allo scioglimento, con la riproposizione dei soggetti fondatori: gli ex an da una parte, i fedelissimi berlusconiani dall’altra, uniti dall’abbraccio del leader incontrastato. E chi si era battuto (e magari si sta ancora battendo) per rigenerare la leadership del centrodestra? Dovrà farsene una ragione, accettare un soggetto politico del quale evidentemente non sarà più capofila: vale per Giorgia Meloni, in una nuova Alleanza Nazionale nata dal patto La Russa – Cavaliere, ma anche per Alfano e Frattini nella Forza Italia di Bondi e Santanché. Oppure dovrà cercare di ricompattarsi in una guida comune e chiedere ospitalità al Terzo Polo. In ogni caso, una sconfitta politica, neanche troppo onorevole.

Sulla nuova Forza Italia, poi, il Cavaliere avrebbe di nuovo diritto di vita e di morte, un diritto che stava quasi per venirgli meno con l’irriverente uscita di Alfano sull’incandidabilità degli inquisiti. Male che gli andasse, il Cavaliere confermerebbe un drappello di fedelissimi eletti nelle liste bloccate, possibilmente privi di un personale bacino di voti e quindi più ragionevolmente grati al Presidente.

Tutto questo, cancella le possibilità per la bozza Malan di diventare legge? Se le posizioni di Berlusconi non cambieranno, sì, perché la bozza veniva incontro ai desiderata di centristi e pidiellini, e aveva ottenuto il benestare del Pd a condizione di abbassare la soglia per il premio di maggioranza a un più agevole 40%. Ora, con la discussione prevista in Senato nei prossimi giorni, trovare una nuova quadra sarà difficile, e soprattutto vorrà dire che la nuova quadra i centristi la dovranno trovare con Pd e Idv.