Parlamentarie. Luci ed ombre sulla selezione del Movimento 5 Stelle

parlamentarie

[ad]Stando ai sondaggi elettorali, è ormai da tempo e stabilmente il secondo movimento politico del Paese dopo il Pd, e si prepara a portare in Parlamento una pattuglia di quasi 150 tra deputati e senatori. È il MoVimento 5 Stelle, la forza prorompente che propone di rinnovare la politica italiana, e che dopo aver vinto le elezioni comunali a Parma con Pizzarotti ed essere diventato il primo partito in Sicilia con Cancelleri, sta scegliendo in questi giorni la propria futura rappresentanza attraverso le “Parlamentarie”.

Le Parlamentarie sono uno strumento innovativo, diverso dalle primarie che il centrosinistra ha ormai come marchio di fabbrica per scegliere i propri candidati alle cariche monocratiche (sindaci, presidenti di provincia e di regione, candidati Premier). Le parlamentarie serviranno infatti per definire le liste che si presenteranno in ogni circoscrizione, dando per assodato che qualunque legge elettorale si faccia nei prossimi giorni (ammesso che se ne faccia una), prevedrà le liste. I parlamentari, che non potranno fregiarsi del titolo di “onorevole”, ma solo di quello di cittadini, usciranno da quelle liste e – se rimarrà in vigore il Porcellum –  presumibilmente saranno ordinati per numero di consensi ricevuti tra i militanti. Il leader no, perché quello, al di là di un’indicazione formale che se necessaria  probabilmente andrà al più votato in questi quattro giorni di parlamentarie, è e resta fuori dal Parlamento: la testa, nel Movimento rimane Grillo (o meglio, Casaleggio).

Proprio Grillo e Casaleggio saranno gli unici a poter verificare i risultati delle parlamentarie: e questa è solo una delle numerose critiche che hanno ricevuto anche dagli stessi grillini il comico genovese ed il suo sodale Casaleggio, su uno strumento che però è degno di interesse.

In sostanza, il nodo contestato deriva dalla chiusura dell’elettorato attivo ai soli iscritti al movimento al 30 settembre e di quello passivo ai soli grillini candidati e non eletti in altre precedenti contese elettorali. Niente Favia, niente Federica Salsi, tanto meno Tavolazzi: la cerchia dei possibili candidati è stata ridotta agli attivisti che non hanno avuto finora visibilità, secondo il principio che essi stessi, se eletti, saranno meri esecutori della volontà del MoVimento 5 Stelle.

Per questo motivo, i wishful candidates del movimento 5 stelle non hanno potuto farsi conoscere in precedenza al di là del proprio bacino di conoscenze dei meet up e dei gruppi locali: l’elenco dei candidati viene presentato agli elettori solo al momento dell’accesso al link, dove appunto vengono segnalati i candidati per la specifica circoscrizione, con allegati cv e video presentazioni (che hanno attirato l’attenzione soprattutto dei comici nostrani). Per questo motivo, il portavoce del Movimento ha vietato e promesso di sanzionare comportamenti da lui definiti “poco trasparenti”, perché contrari al concetto di “uno vale uno”, come la scelta di candidati a seguito di assemblee locali. Il numero di aventi diritto al voto e i risultati stessi delle parlamentarie, però, li conosceranno solo Grillo e Casaleggio, e questo, a sentire Tavolazzi, è deleterio perché “è importante per capire il peso di ciascun candidato eletto”.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

[ad]Anche la concentrazione del voto in orario lavorativo ha riscontrato molte critiche da parte degli stessi movimentisti, non solo di quelli apertamente in rotta con Grillo come quelli sopra citati: questo – è l’opinione di molti sul blog del comico genovese – porterà al voto solo disoccupati, pensionati, scansafatiche, mentre renderà impossibile il voto a chi lavora e non può connettersi ad internet.

Altri problemi – più tecnici – sono stati preventivati dallo stesso Beppe Grillo, che ha però precisato come sia stato difficile organizzare il sistema di voto e ha quindi chiesto ai suoi stessi sostenitori pazienza e collaborazione.

Ad ogni modo, domani sarà l’ultimo giorno di votazioni e poi conosceremo quelli che saranno i nuovi volti del Parlamento: anche sulle modalità stesse del voto, occorrerà che tutti partiti, ed in primis il Partito Democratico, si interroghino e valutino se e come introdurre nei propri strumenti di selezione dei candidati qualcosa di simile alle Parlamentarie grilline.