Fact checking di Pagella Politica: uno sguardo al centrodestra
[ad]Dopo l’abbuffata delle primarie del centrosinistra, e l’evidente e giustificata sovraesposizione dei 5 candidati che si sono confrontati con gli elettori, Pagella Politica questa settimana ha pensato di effettuare il fact checking delle dichiarazioni dei diretti competitors di Bersani & Co, dedicando loro l’attenzione di cui sono stati privati nei giorni precedenti.
La notizia di questi ultimissimi giorni della candidatura di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche del 2013, ha eliminato ogni incertezza sulla possibilità di avere le primarie anche nel centrodestra, ma il dubbio resta: chi avrebbe vinto se ci fossero state? Pagella Politica si è divertita a ipotizzare – senza alcuna pretesa statistica e fondandosi unicamente sulle dichiarazioni analizzate – le primarie del centrodestra rifacendosi all’esperienza delle passate coalizioni (Pdl – Udc – Lega). Abbiamo quindi pensato di individuare lo stesso numero dei candidati del centrosinistra: Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Roberto Maroni, Silvio Berlusconi, e Angelino Alfano. Eccolipresentati in base al numero di dichiarazioni su cui si è concentrato il nostro fact checking.
Il primo e più facile giudizio va a Gianfranco Fini. L’unica dichiarazione da noi analizzata è quella sull’Imu, in cui il Presidente della Camera non brilla per preparazione. Fini prende un granchio criticando l’imposizione dell’Imposta Municipale perché dannosa per la crescita e lo sviluppo dell’edilizia. Un Rapporto dell’Oecd dimostra come infatti sia vero esattamente il contrario: le tasse sulla proprietà sono meno nocive delle tasse sui profitti aziendali, sul reddito delle persone fisiche e quelle sui consumi. La svista di Fini gli fa guadagnare – nel nostro fact checking -un triste “Nì”.
Segue Pierferdinando Casini, che cade su una dichiarazione in cui eccede forse in ottimismo: rifacendosi all’analisi di D’Alimonte, egli afferma che l’Udc è l’unico che ha visto aumentare i suoi voti. La lettura di Casini pare essere fuorviante. D’Alimonte, infatti, sostiene non solo che il blocco di centro non esiste, ma che nello smantellamento generale dell’elettorato di Pdl e Lega, l’Udc resta al palo. Nonostante questo scivolone, Casini dimostra di essere preparato su altre questioni, come per esempio gli aiuti statali alla Fiat. Secondo l’esponente dell’Udc, “L’Italia ha dato alla Fiat più di quanto doveva dare”. Al di là del giudizio di valore – su cui non è pensabile fare un – effettivamente Casini ha ragione nel dire che gli aiuti statali ricevuti dalla Fiat nel corso dei decenni sono stati sostanziosi. Secondo una ricerca del Cgia, dal 1977 ad oggi l’azienda automobilistica ha ricevuto 7,6 miliardi dal governo. Il periodo di maggior intervento sono stati gli anni ’80.
[ad]Il Segretario della Lega Roberto Maroni, seppur impreciso quando afferma che in tutti i Paesi europei si sono svolti referendum sull’euro, fatta eccezione per l’Italia, sfoggia invece una notevole preparazione – guadagnandosi gli onori del nostro fact checking – circa le tematiche legate a un tema caro al suo elettorato, come la federazione delle Regioni del nord Italia. Risulta chiaro quando distingue tale progetto dall’idea di maxi-Regione di Formigoni. Non sbaglia nemmeno quando, sostiene che il settentrione d’Italia ha più di 20 milioni di abitanti, un numero di gran lunga maggiore di altri Paesi europei come l’Estonia (1,3 milioni), Cipro (840mila), Lussemburgo (510mila) e Malta.
Segue Silvio Berlusconi: non si può fare a meno di notare che la metà dei suoi interventi vari da “Pinocchio andante” a “Panzana pazzesca”. Un fact checking impietoso. Tuttavia, con la sua ultima dichiarazione – rilasciata proprio il 6 dicembre e con cui inaugura il suo ritorno in campo – il Cavaliere dimostra di conoscere i dati dell’impoverimento economico che il nostro Paese ha registrato nell’ultimo anno di Governo Monti. L’analisi è un quadro avvilente, che racconta realisticamente la situazione italiana riguardo l’aumento di disoccupazione, debito pubblico e pressione fiscale. In calo solo, purtroppo, il potere d’acquisto delle famiglie.
La pagella del Segretario del Pdl Angelino Alfano ha una sola insufficienza: l’unica “Panzana pazzesca” nel nostro fact checking riguarda una sua dichiarazione sul presunto incremento della criminalità a Milano dopo l’insediamento della Giunta Pisapia. Per quanto sia caldo il tema della criminalità (ricordiamo che a Milano – ma anche a Roma – la campagna elettorale ha preso forma proprio intorno al problema della sicurezza dei cittadini), tuttavia la dichiarazione resta limitata al solo contesto cittadino. Sulla valutazione complessiva delle sue affermazioni, per metà (tra “Vero” e “C’eri quasi”) corrette – e tre mezze verità – per il team di Pagella Politica, Alfano sarebbe stato il candidato con maggiori possibilità di vittoria, anche solo per aver dichiaratamente sostenuto di essere stato il primo firmatario del Ddl anticorruzione. Un atto di coraggio che lo eleva, almeno sulla carta, a un gradino più in alto rispetto agli altri.
Ma dato che ad oggi les jeux sont faits, diamo un in bocca al lupo a Silvio Berlusconi nella competizione che lo vedrà sfidarsi con il candidato premier del centrosinistra Pierluigi Bersani.