ISPO: l’immagine del prefetto tra i cittadini italiani. Tra rispetto ed ignoranza diffusa

Pubblicato il 19 Novembre 2009 alle 00:18 Autore: Redazione

ISPO: l’immagine del prefetto tra i cittadini italiani. Tra rispetto ed ignoranza diffusa

 

ISPO: l'immagine del prefetto tra i cittadini italiani. Tra rispetto ed ignoranza diffusa

Il 13 Ottobre sul sito del Ministero dell’Interno compare un indicativo sondaggio commissionato ad ISPO. Tutta l’analisi è scaricaribile in formato .pps.

[ad]Si chiede agli intervistati di indicare quali siano le funzione di un prefetto, che grado di fiducia ispirino ed altri aspetti relativi alla sua delicata figura sociale.

2 intervistati su 3 ignorano le funzioni del prefetto.

Solo 1 intervistato su 10 saprebbe elencarne le reali funzioni.

Sondaggio C.A.T.I. tra il 7-8 Ottobre 2009, 801 casi, margine d’errore del 3.5%

GUARDA TUTTE LE TABELLE DEL SONDAGGIO

Il grado di conoscenza delle funzioni del prefetto sono direttamente legate al grado di istruzione: più informati gli uomini adulti rispetto alle donne. Gravi lacune tra i giovanissimi (8 su 10 non saprebbe indicare le basilari funzioni di un prefetto).

 

La stima nel prefetto, una volta conosciute le funzioni, è generalmente molto alta, pari a 9 intervistati su 10.

 

In termini sociodemografici, il campione ISPO viene così ripartito a seconda delle varie fasce d’interesse. Un intervistato su 3 è pensionato, uno su 4 oltre i 64 anni, il 58% non supera la licenza media, 1 su 3 vive al Sud o nelle Isole. Metà degli intervistati vive in comuni con meno di 20 mila abitanti.

 

[ad]Emerge quindi un quadro piuttosto selettivo, da considerare con grande attenzione nel Ministero dell’Interno: i prefetti sono figure sociali sostanzialmente sconosciute nelle loro mansioni di gestione, coordinamento e diretto intervento nella vita della provincia di appartenenza. Tuttavia, una volta che si ha chiaro in mente il loro ruolo entro la collettività, i prefetti sono uomini dello Stato stimati e rispettati.

Una buona azione di sensibilizzazione da parte delle strutture statali sarebbe quindi auspicabile per far conoscere ai contribuenti e cittadini in genere i propri tutori e coordinatori. Laddove esiste carenza di informazione, possono sorgere spesso pericolosi pregiudizi, i quali nel corso del tempo possono assumere anche un alone mistificatorio e negativo.

Si dovrebbe, credo, istituire ogni anno LA GIORNATA DELL’INFORMAZIONE CIVICA: in ogni piazza, in ogni centro abitato grande o piccolo che sia, lo Stato e le Istituzioni mettono a nudo il Re e lo fanno conoscere ai propri cittadini.

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