Grillo epura Favia e Salsi, l’effetto parlamentarie del M5S

beppe grillo

[ad]Le parlamentarie del Movimento di Beppe Grillo fanno le prime vittime. Nei giorni scorsi, Termometro Politico ha analizzato alcuni aspetti di questa competizione che ci hanno lasciati piuttosto dubbiosi sulla bontà dell’operazione di Beppe Grillo e Casaleggio. La prevalenza degli aspetti esteriori sui contenuti, la segretezza dei dati, la considerazione che il M5S ha della cosiddetta “società civile”.

 

Sia chiaro: ogni organizzazione politica ha il diritto di stabilire le modalità ed i tempi per definire le proprie candidature. Sin dai primi lavori di Gallagher e Marsh, la selezione dei candidati è stata definita “il giardino segreto” della politica, mettendone in evidenza la rilevanza assoluta, nonché la riservatezza che circonda i processi e le contrattazioni interne ai partiti per definire le candidature. Va anche detto che al momento solo il M5S ha definito le proprie candidature per il parlamento, mentre nel PD si fanno sempre più pressanti le richieste per fissare subito le primarie per i parlamentari (richieste che arrivano da tutte le aree più o meno giovani del partito, dai “giovani turchi” ai civatiani, ai Giovani Democratici) e negli altri partiti ancora poco si sa e forse nulla si saprà finché le liste stesse non saranno definite dai vertici.

Però a molti sostenitori del blogger genovese le parlamentarie non sono piaciute, sono sorti dubbi sulla regolarità, su presunti errori nei calcoli. E’ nata una sorta di conta interna, denominata “solo 5 stelle”, con l’intento di riportare il movimento ai suoi ideali originari. Contro queste accuse di scarsa democrazia è intervenuto lo stesso Grillo ieri con un post con tanto di video, nel quale invitava “cortesemente” quanti lo accusavano di scarsa democrazia a “farsi da parte”, di lasciare il MoVimento. “Siamo in guerra”, ha ripetuto Beppe Grillo, quindi occorre restare uniti  “per arrivare a fare un risultato che mai potevamo aspettarci di avere”. Ed oggi ha assestato il secondo colpo, ritirando ai consiglieri bolognesi Favia e Salsi l’uso del logo. La sfida dell’ex comico genovese è quella di avere un movimento unito dietro la sua indiscutibile leadership, condizione necessaria per poter ambire a guadagni, popolarità, soddisfazioni che l’impegno politico ad alti livelli può garantire. Fuori dal Movimento – queste stesse persone – possono sperare di avere successo? No, pare essere la risposta di Beppe Grillo. Di qui la decisione di imporre una fiducia assoluta in se stesso e in Casaleggio ai suoi militanti.

È evidente che tutta la vicenda infastidisca Grillo e che quindi il blogger stia cercando di risolverla alla radice prima che la campagna elettorale vera e propria cominci e mentre la maggior parte dei media si sta concentrando sulle evoluzioni del Pdl dopo la ridiscesa di Berlusconi. Vedremo se ci riuscirà.