Il lucroso intreccio legante classe politica ucraina, oligarchi e proprietà mediatiche trova perfetta esemplificazione nella vicenda riguardante il gruppo editoriale Starlight Media. In essa si palesa la distorta connotazione ucraina dei concetti di libertà di espressione, indipendenza del giornalismo e diritto all’informazione del pubblico.
[ad]Il percorso trasformante gli sparuti assets mediatici di Viktor Pinchuk, oligarca affiliato al governativo Partito delle Regioni, in una delle principali holding del panorama televisivo in Ucraina trova compimento nell’ultimo decennio del secolo scorso. Tra il 1990 e il 2000 un contorto intreccio oligarchico di interessi consegna nelle sue mani un parco televisioni di enorme valore economico.
La prima testata, ICTV, fondamenta dell’odierna holding Starlight Media, inizia le sue trasmissioni nel 1992, arrivando a proporre una programmazione 24/24 nel 1995. Il suo assetto proprietario, originariamente detenuto da Ihor Bakay, viene interamente acquisito nel 2000 da Interpipe Group, holding fondata nel 1990 da Viktor Pinchuk, annoverante partecipazioni nei settori cruciali dell’economia ucraina: metallurgia, siderurgia, energia. Qui prende vita il suo scacco matto al mercato televisivo.
Nello stesso anno, infatti, la campagna acquisti dell’oligarca prosegue con STB. Questa, on air dal 1997, guidata da Volodymir Sivkovych, ex Vice Primo Ministro, affiliato sia a Kuchma che a Yanukovych, viene fondata dalla partnership americano-ucraina tra International Media Center, Shachar Enterprises Inc. e Internews Netouron K. Nel 1999 Lukoil, seconda compagnia petrolifera russa, ne acquista la proprietà, sostituendo Sivkovych con il nuovo Presidente Oleksiy Fedun. Il passaggio di consegne si ripete l’anno seguente quando Pinchuk rileva dalla stessa Lukoil la totalità dell’azionariato della testata.
La tripletta non tarda ad arrivare. A fine 2000 Interpipe Group acquista infatti, da Innotech Nk-Holding, Novyi Kanal, emittente nata nel 1998 e sposante una linea editoriale filo-governativa dettata dal suo direttore Oleksandr Tkachenko, importante membro del Partito Comunista Ucraino ed ex Presidente del Parlamento (1998-2000). La transizione economica si rivela tutt’altro che complicata. Innotech Nk-Holding è infatti una controllata della holding russa Alfa Group, partner commerciale nel settore energetico di Interpipe Group. Nella gara di acquisto che oppone Pinchuk alla holding mediatica russa CTC, i vertici di Innotech Nk-Holding, interessati a tutelare i propri interessi energetici, non trovano quindi difficoltà nell’assegnare la partita all’oligarca ucraino, trionfalmente concludente la sua annata da nuovo editore televisivo.
Nel novembre del 2009, Pinchuk riorganizza l’assetto delle sue proprietà mediatiche creando Starlight Media, il cui unico proprietario rimane Interpipe Group. La consolidata struttura della holding presenta oggi, oltre a ICTV, STB e Novyi Kanal, importanti realtà del palinsesto della tv Ucraina, tre nuovi canali tematici, M1, M2, Qtv, integranti l’offerta editoriale del gruppo. L’abile strategia di ampliamento trova inoltre nell’acquisto di reality e format internazionali (L’Isola dei Famosi, Xfactor, Ukraine’s Got Talent) un importante driver capace di sottrarre audience ai principali concorrenti (Inter, Tkr, 1+1).
Infine, l’ultima trovata dell’oligarca, desideroso di silenziare le accuse di conflitto di interesse e di monopolio, va in scena nella primavera del 2011. Pinchuk, fieramente rivendicante una nuova etica imprenditoriale, sigla un accordo prevedente la nomina di sua moglie, Elena Pinchuk, a Presidente del gruppo, gattopardescamente vantando il suo passo indietro. Come a dire, bisogna che cambi tutto perché non cambi niente.