[ad]“Sto facendo un’esegesi dei suoi discorsi; lui è la mia brutta copia”. Chi avrà pronunciato queste parole? E soprattutto riferendosi a chi? Non è difficile indovinare, dietro ad una sottile ironia mista forse ad un po’ di invidia, un Silvio Berlusconi in fase di rilancio sul mercato politico e un Beppe Grillo ormai alla ribalta con i sondaggi dalla sua. Su di loro si concentra il nostro fact checking settimanale.
Il leader del Pdl, si sa, si diletta ogni tanto a calarsi nei panni di semiologo e Grillo di certo rappresenta uno dei fenomeni attuali più interessanti in tema di comunicazione e di utilizzo dei nuovi media. Ma in fondo in fondo al Cavaliere piace studiare le mosse del promotore del M5S anche per un altro motivo: in qualche modo egli si rivede in Grillo, come in uno di quegli specchi che rilascia immagini distorte ma comunque riconoscibili. I due hanno infatti non poche cose in comune. Entrambi annoverano un passato al di fuori della politica, Berlusconi con una carriera imprenditoriale self-made e Grillo con un precedente da attore e comico di successo (qui i video delle sue pubblicità per la Yomo negli anni 80). Entrambi sanno che per vincere le battaglie bisogna conoscere il proprio nemico: non solo Berlusconi studia e imita Grillo, ma lo stesso leader a cinque stelle ha in passato studiato e ora riproduce trucchi comunicativi di altri politici, come ad esempio Umberto Bossi (ora Grillo dichiara di mandare a quel paese chi dice che lui è antidemocratico, quando nel 1997 diceva “Come fa Bossi a trascinare milioni di persone? Usa i paradossi. L’ho sentito dire: «Il primo che dice che sono un violento
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[ad]Berlusconi si difende bene pur fermandosi ad una sola panzana nell’ultima settimana. Il leader del Pdl – come documentato da un recente fact checking – si va ad impelagare in un complicato ragionamento sull’attivo del bilancio italiano, per sostenere che il debito del nostro Paese non sia poi così terribile come qualcuno (ma non si sa bene chi né perché) vuole farci credere. Secondo il Cavaliere siamo la seconda economia più solida, dopo la solita prima della scuola, la Germania. Pagella Politica gli dà un bel cartellino rosso su tutta la linea. Innanzitutto il dato citato da Berlusconi sull’attivo rappresenterebbe un’approssimazione della ricchezza delle famiglie (che però è privata, non pubblica!); in secondo luogo l’Italia, con il sesto rapporto debito/Pil più alto al mondo (poco elevato?), non può di certo definirsi la seconda economia più solida in Europa.
Certo, bisogna ammettere che se i due si somigliano nel “male” (le panzane, appunto), anche nel “bene” vanno a braccetto. In due mesi di fact checking, tre i cartellini verdi per Grillo, tra cui una dichiarazione molto ironica sul nuovo redditometro e uno sui fondi erogati dallo Stato alla città di Taranto. Due i cartellini verdi per Berlusconi, tra cui uno sul sistema elettorale spagnolo. A queste si aggiungono per entrambi numerose affermazioni vere ma imprecise a partire da temi rilevanti quali le convenzioni fiscali con altri Paesi, per passare da strani terni al lotto sull’andamento dello spread, fino alle informazioni più bizzarre sugli orari dei bus pubblici all’Etna (riuscite ad indovinare chi dei due può averla detta?). Insomma, tutto si può dire meno che Grillo e Berlusconi annoino gli italiani, e aspettiamo le prossime roventi settimane di campagna elettorale per vederne delle belle.