Ma siamo sicuri di essere già nella Terza Repubblica?
E via con altri casi come i Paesi Bassi dove anche lì, seppur nella triste ottica della grande coalizione in funzione anti-populista, sembra essere tramontata la stella dei cristiano-democratici a scapito di un ipotetico futuro bipolarismo tra laburisti e liberali.
[ad]Nel corso dell’ultimo vertice del Partito Popolare Europeo a Bruxelles è stato de facto scaricato Silvio Berlusconi a scapito del primo ministro Mario Monti.
Nel caso Monti voglia buttarsi nell’agone avrebbe una legittimazione ulteriore anche sul fronte europeo.
Ma può un’indicazione di questo tipo mutare il bipolarismo che a grandi linee si delinea in Italia in questa fase? Nel caso Monti voglia porsi come leader dei “terzopolisti” e come sezione italiana del popolarismo europeo, siamo sicuri che un’ipotetica asse euroscettica PdL-Lega Nord e La Destra non possa contendersi, seppur in netto svantaggio, la leadership del paese contro Bersani? Detto in altre parole, possiamo pensare di essere all’alba della Terza Repubblica?
I partiti politici europei non sono ancora strutture molto considerate a livello dei singoli stati nazionali, e molto spesso anche al Parlamento Europeo la matrice nazionale a più seguito di quella “ideologica”.
Non sarà certo un’informale uscita di Berlusconi dall’alveo del popolarismo europeo e non renderlo più un competitor temibile o in grado di giocare la sua partita.
E il mutamento tanto atteso del sistema politico italiano, verso la terza Repubblica, avrebbe paradossalmente molte meno chance di successo nel caso “l’homo novus” Monti si schierasse apertamente come capo di un non meglio precisato rassemblement d’impronta terzista.