Rassegna stampa Tp: Berlusconi prende tempo, il centro si organizza
La rassegna stampa odierna apre con la richiesta dell’ex premier Silvio Berlusconi di rinviare le elezioni di “una o due settimane”. Inoltre ha dichiarato che l’offerta a Monti di essere il federatore dei moderati è decaduta. Il Pd insorge: “Vuole rinviare le elezioni solo per avere due settimane in più senza par condicio in tv”. Attacca Bersani: “Basta coi giochetti del Pdl” (Unità). Mentre per il Colle resta “l’ipotesi 17 e 24 febbraio” (Sole 24 Ore). Per Il Corriere la strategia del Cav “è far saltare tutti i tavoli per risalire nei sondaggi”. Duro il Sole 24 Ore che commenta: “Un finale da farsa”. Per Europa “Berlusconi ha paura di votare”. Massimo Franco sul Corriere spiega che a Berlusconi serve una campagna più lunga per delegittimare l’azione del premier.
La rassegna stampa del Tp si occupa anche dei movimenti che interessano il Centro politico. Italia Futura ha pronta la lista che si ispira al premier Monti che intanto tergiversa sulla sua possibile discesa in campo. Per La Stampa l’obiettivo “è una coalizione che si attesti al 20%”. Per il Messaggero “Il Prof ha già pronto il suo manifesto”. Di diverso avviso Pubblico secondo il quale “Monti sta meditando la retromarcia”. Il Giornale rivela: “Monti si regala l’aiutino. Ecco la legge ad personam che evita la raccolta firme”. Avvenire riporta i dubbi dei montiani del Pdl: “Scegliere Monti o Silvio?”. Il Foglio dà dei consigli a Monti “sulla campagna elettorale da intraprendere”. Per il Fatto Quotidiano “Monti non è Cincinnato” non tornerà quindi alla sua vita di prima ma rimarrà in politica. Per Libero Monti “senza i voti del Pdl ha già perso”. Per L’Unità il premier “è di fronte ad un dilemma”, creare instabilità o ricostruire insieme al centrosinistra?.
La rassegna stampa, in ultima istanza, dà spazio alle polemiche scoppiate per le troppe deroghe concesse ai parlamentari di lungo corso del Pd, tra cui anche la presidente di partito, Rosy Bindi. Bersani difende le deroghe: Sono solo il 3 per cento (Repubblica).