[ad]La rassegna stampa odierna apre con la caotica giornata politica di ieri. Al Senato si è arenato il decreto sulle liste pulite perché mancava il parere del presidente della commissione Bilancio, il Pdl Antonio Azzollini. Alla Camera invece è scontro sul provvedimento che dovrebbe ridurre il numero di firme per la presentazione delle liste elettorali. Il Pd attacca: “E’ un emendamento ad hoc per il nuovo partito di La Russa” (Corriere). Per il Corriere si tratta di “farsa e veleno nei titoli di coda”. L’Unità condanna “l’insostenibile lentezza” del parlamento.
La rassegna stampa del Tp si occupa anche degli attacchi sferrati dal leader Pd, Bersani e dall’ex premier Silvio Berlusconi all’indirizzo di Mario Monti. Il segretario democratico ha ammonito il premier: “No a partiti creati su una persona. Non immaginavo la contesa, però nessun problema”. Duro il Cav: “Il premier candidato? Sarà un piccolo protagonista”. Intanto Monti ieri era in visita alla Fiat di Melfi dove ha raccolto l’applauso degli operai e ha dichiarato: “Irresponsabile dissipare i sacrifici degli italiani”. Per il Corriere ora “i partiti guardano il premier come un avversario”. Il Foglio rivela che i montiani del Pd hanno stilato “un memorandum che Bersani deve rispettare”. Repubblica svela le parole del Professore a Bersani: “Avrai bisogno di me”. Per il Tempo il problema di Bersani non è Berlusconi “ma Monti”. Per il Sole 24 Ore se “Monti si candida, il Pdl sarà meno determinante al Senato”. Per La Stampa il discorso fatto da Monti agli operai di Melfi era in realtà “indirizzato al segretario Pd”. Critico il Manifesto che titola: “Fiat Voluntas tua” riferendosi alla visita di Monti allo stabilimento di Melfi. Il Corriere scrive: “Monti presenta il suo manifesto: in lista solo nomi trasparenti”. Critico Libero: “I nuovi nomi di Monti sono vecchi arnesi della prima Repubblica, rappresentati dalle solite clientele a caccia dell’ennesima poltrona”.
Altre notizie. La rassegna stampa di oggi chiude con lo scandalo rimborsi e spese facili alla Regione Lombardia. Sono stati infatti indagati altri 37 consiglieri regionali lombardi per peculato. Ora in totale sono 62, di cui 35 appartengono a Pdl e Lega. Tra loro compaiono anche Renzo Bossi e Rosi Mauro (Corriere).