Maggioranza al Senato: rischio ingovernabilità 2006?

Pubblicato il 22 Dicembre 2012 alle 16:10 Autore: Giuseppe Martelli

Tra le molte indicazioni utili dei sondaggi elettorali degli ultimi giorni vogliamo sottolineare un’ interessantissima proiezione realizzata da Ipsos nell’ultima puntata di Ballarò. I cartelli riguardano il possibile rischio di ingovernabilità al Senato; una situazione già nota al centro-sinistra nel 2006 e che rischia di affossare il progetto di Bersani,  favorendo seriamente un Monti-bis.

 

[ad]In molti articoli, su questo stesso sito, avevamo sottolineato il pericolo di non avere una maggioranza omogenea tra Camera e Senato con serie conseguenze sull’azione di governo. Purtroppo, nonostante i molti appelli lanciati negli ultimi anni il Parlamento è stato incapace di modificare la legge elettorale e ci ritroveremo quindi a votare, per la terza volta in sette anni, con il Porcellum.

Tra i tanti elementi negativi del Porcellum c’è la capacità di complicare  molto il lavoro dei sondaggisti e degli analisti elettorali in generale, considerato che, le proiezioni per il Senato, devono essere costruite su base regionale ricomponendo soltanto  alla fine il quadro nazionale.

La necessità di studiare l’arena elettorale a livello regionale presenta non pochi problemi dal punto di vista metodologico della ricerca e dell’analisi. Naturalmente Ipsos, sotto il profilo dell‘attendibilità dei dati e del metodo rappresenta una garanzia e, proprio per questo motivo, riteniamo utile un piccolo commento in merito ai due scenari descritti da Pagnoncelli.

 

 

Nel primo dei due scenari manca una lista Monti e l’offerta politica presenta due sostanziali novità rispetto al 2008: la presenza del Movimento 5 Stelle di Grillo e un rassemblement di Centro. In termini di seggi notiamo come il centro-sinistra, composto da Sel e Pd non ha la maggioranza assoluta e le opposizioni compatte possono sfiduciare il nuovo governo in qualsiasi momento. Mancano nel calcolo i senatori all’estero e i senatori a vita (come Monti) e sopratutto appare improbabile che le opposizioni agiscano in maniera compatta; in ogni caso le condizioni di instabilità ci sono e sono molto evidenti.

Nel secondo scenario viene immaginato un impegno politico dell’attuale Presidente del Consiglio con il Centro. In termini strettamente “macro” la situazione non è così dissimile dal primo scenario : il centro-sinistra non risulta comunque in grado di avere una maggioranza stabile.

Osservando però la distribuzione dei seggi si ricavano indicazioni interessanti visto che, con Monti in campo, il Centro appare più competitivo raggiungendo un maggior numero di seggi che, come è ovvio aspettarsi, sottrae ad un centro-destra composto da Pdl+Lega+Destra.

In definitiva, alla luce del secondo scenario, è evidente la ragione che spinge Berlusconi a chiedere a Monti di candidarsi con il centro-destra o, in alternativa, a non candidarsi affatto. Il Cavaliere è perfettamente a conoscenza della capacità di erosione del consenso che il Professore può esercitare nell’area moderata e teme una situazione descritta in quest’ultimo cartello.

E’ evidente che queste proiezioni hanno scarsa capacità predittiva considerate le variabili in grado di intervenire nei prossimi mesi, ma possiamo comunque trarre almeno due indicazioni utili:

– Il rischio di ingovernabilità è altissimo e Bersani dovrà scegliere se chiedere “aiuto” al Centro oppure cercare convergenze con il M5S piuttosto che con “gli arancioni“.

– La coalizione guidata da Berlusconi, in entrambi i casi, risulta la maggior forza di opposizione e questo garantirebbe al Cavaliere maggior forza nella difesa dei propri interessi nel prossimo Parlamento.

Non rimane che seguire la campagna elettorale e aspettare la consegna definitiva delle liste per capire meglio come si strutturerà realmente l’offerta politica nel 2013 avendo a disposizione maggiori informazioni anche sui possibili scenari nel prossimo Senato.

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