[ad]Di tutte le considerazioni fatte da Mario Monti durante la conferenza stampa di fine anno una mi ha colpito più delle altre. E non c’entrano numeri, tabelle infografiche, riforme sociali e agende politiche. Ad attirare la mia attenzione è stata una frase del Professore: “Gli italiani non sono cretini”.
Mario Monti allontanava le sirene del populismo ad impronta berlusconiana encomiando l’intellighenzia dei suoi concittadini. Secondo il premier dimissionario, gli italiani non si faranno abbindolare da facili promesse e da annunci eclatanti. Eppure sulla capacità degli italiani di non farsi abbindolare, debbo, con grande dispiacere, dissentire da Mario Monti. C’è una grande parte di italiani che, storicamente, ha sempre avuto un debole per i Re Mida, per l’uomo che si fa da sé, per chi nella campagna elettorale al posto di dire un più prosaico (ma serio): “Io mi impegno di..” usa la parolina magica “Io prometto di..”. Abbagliati dall’oro che luccica, incuranti della polvere che si trova sotto il tappeto, avidi di avere tutto subito e fedeli al detto latino “do ut des”, gli italiani, o una parte consistente di essi, votano per il mercante che propone l’offerta più conveniente.
Però in questo caso non si tratta di comprare l’ultimo prodotto tecnologico con la formula prendi 3 paghi 2. In gioco c’è il futuro dell’Italia e a stretto giro quello più tangibile dei suoi abitanti. Eppure c’è una grande fetta della popolazione che crede ancora alle parole del (non più) Grande Comunicatore: “Toglieremo l’Imu, lo spread è un’invenzione”. Un’altra fetta di gente si beve medicine keynesiane preparate dal responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, insieme al sodale alleato Nichi Vendola. Altri si fanno trascinare dalle bordate anti-Europa a marca grillina e leghista. In molti, quindi, si lasciano cullare da ludiche promesse. Un fiume di parole sotto forma di morfina che allontana momentaneamente lo spettro di una crisi che invece è ancora viva. Gli italiani sono affetti dalla sindrome di Nimby. L’interesse privato sovrasta il bene pubblico. Vedono complotti internazionali per uccidere la credibilità dell’Italia. Per questo, a mio avviso, l’agenda di Mario Monti non raccoglierà (purtroppo, per quanto mi riguarda) il favore della maggioranza della popolazione.