Una cosa è certa. Queste primarie parlamentari entreranno nel guinness dei primati per essere le più brevi della storia: sabato 21 dicembre definite le liste dalla Direzione Provinciale, sabato 29 dicembre il voto.
Roba da brividi lungo la schiena.
Eppure ho deciso di provarci e mi sono candidata, nella provincia in cui vivo e lavoro, quella di Milano.
Un bell’azzardo.
Quando mercoledì mattina ho lanciato urbi et orbi (si fa per dire) la mia candidatura, ho ricevuto tanti commenti positivi ma pure parecchi del tipo “ah, ANCHE tu”.
Eh già. Perché l’idea è un po’ questa. Io rappresento l’“anche”. Questo perché ci sono persone che hanno deciso mesi fa di presentarsi, mettendo nel conto quanto purtroppo era largamente prevedibile, che la legge elettorale non sarebbe stata alla fine modificata. E si sono organizzate e preparate di conseguenza. Molti poi hanno contatti, reti diffuse e consolidate, dentro al PD ma non solo.
Ciò nonostante ho deciso di provarci lo stesso. Perché la sfida è interessante.
Del resto anche io ho qualche vantaggio in partenza. Posso creare la mia piccola campagna di comunicazione da sola (è il mio mestiere) e posso contare su una rete di contatti molto ampia. Contatti di ogni tipo, amici, lavoro, persone incontrate nel mio percorso politico di questi anni.
E da questo punto di vista avere una “certa età” aiuta, la rete si è andata via via allargando. E la rete a sua volta genera contatti.
Certo, la data del 29 dicembre è abbastanza proibitiva per la tipologia dei miei potenziali elettori, ma è possibile che sia così un po’ per tutti.
Dunque sono partita per provarci. Senza troppe ansie.
Ovvio, come tutti ho aspettative e anche qualche ambizione personale ma credo di avere anche un sano senso del limite che mi trattiene dal fare passi azzardati o controproducenti, per me e per gli altri.
Per intenderci: non “sogno di andare in Parlamento”, né penso di essere così eccezionale da essere “per forza” candidata.
Però credo che in questo particolare momento della mia vita, dopo aver acquisito in questi 5 anni di militanza nel PD una certa qual dimestichezza con la politica, senza venir meno a me stessa e al mio stare sempre costantemente in contatto con la vita reale, potrei dare un buon contributo.
Ma se non dovesse andare in porto, non sarà certo una tragedia. Non sempre i progetti hanno successo, anzi.
Sono giornate intense, tutto ruota intorno alle primarie. Mail, telefonate, lavoro sui social network. Ho addirittura stampato un po’ di volantini con il mio faccione e il mio nome scritto bello grande, e devo dire che mi fa un certo effetto.
Complicato sapere come andrà a finire. Nessuno ha ben idea di quante persone verranno a votare sabato. E’ dunque assai difficile ipotizzare quanti voti saranno necessari per riuscire a rientrare nella quota di “eleggibili” della lista.
Ma quello che sta succedendo intorno a questa mia candidatura è qualcosa per me di speciale.
Tante persone che si stanno dando da fare per darmi una mano. Tante persone che scrivono i loro “endorsement” a mio favore. Per stima personale e/o perché condividono l’idea di cambiamento che ho sempre cercato di portare avanti nel PD, pur tra mille difficoltà e fatiche. Fortunatamente mai da sola, sempre con altre e altri come me. Nell’idea che questa mia candidatura possa essere l’espressione di un gruppo, non solo una scelta personale.
Insomma, una bella soddisfazione.
Non riesco quindi a dire in quanti “voti” si tradurrà questa mobilitazione. So però che nel mio piccolo, io queste primarie penso di averle un po’ vinte comunque.