Rassegna stampa Tp: Vaticano, magistrati e tv arruolati in campagna elettorale
[ad]La rassegna stampa odierna apre con l’endorsement del Vaticano nei confronti del premier dimissionario Mario Monti. L’Osservatore Romano, in un articolo pubblicato sul numero di oggi, considera l’impegno del Professore a “salire” in politica “un appello a recuperare il senso più alto e nobile della politica”. Intanto continuano i movimenti intorno alla lista Monti. Domani il Professore incontrerà i leader del Centro. Si lavora per definire simbolo e lista unica (La Stampa). Per La Stampa si tratta di “una benedizione esplicita dopo un anno di segnali”. Duro il Giornale: “Vendono il Papa a Monti per diciassette milioni. Dalla Finanziaria soldi agli amici dei cardinali Bertone e Bagnasco”. Per la Padania: “L’Osservatore Romano non ascolta i fedeli e benedice Monti”. Per Repubblica la Chiesa “sente odore di vecchia Dc”. Per Il Foglio “i cattolici vogliono Monti alternativo a Bersani”. Pubblico ricorda che il sostegno della Chiesa ultimamente “non ha mai pagato elettoralmente”. Il Sole 24 Ore ragiona sul fatto che “esiste l’agenda ma non ancora il partito del Professore”. L’Unità spiega che “ormai la maggioranza dei cattolici vota per il Pd”.
La rassegna stampa del Tp si occupa anche della decisione del Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, di candidarsi con il Pd alle prossime elezioni. Le reazioni del mondo politico sono state molto diverse. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si è detto “rammaricato” dalla notizia perché “Grasso era un patrimonio nella lotta antimafia”. Dal Pd spiegano che la scelta di Grasso non è una risposta alla figura di Antonio Ingroia candidatosi con gli arancioni di De Magistris. Per il Corriere “quei traslochi alimentano i sospetti”. La Stampa elogia il fatto che Grasso abbia chiesto il prepensionamento e non l’aspettativa. Per La Padania la moda di candidare i magistrati in politica nasce con Togliatti. Il Messaggero parla di “biglietto di sola andata” riferendosi a Grasso. Per il Fatto Quotidiano l’ingresso dell’ex procuratore antimafia in politica è tutto “Grasso che cola”. Per il Foglio “Grasso da anti-Ingroia è diventato Quasi- Ingroia”.
La rassegna stampa di oggi chiude con la decisione da parte della Rai di “garantire spazi di comunicazione adeguati per tutti i leader politici”, in seguito alle polemiche nate dalla recente presenza massiccia di Silvio Berlusconi sui canali Rai. Il direttore generale Luigi Gubitosi ha rivelato inoltre che l’azienda ha respinto la richiesta del Cav di partecipare ad una prima serata di Porta a Porta e ad una rubrica di sport. Repubblica parla di “golpe televisivo”. Per l’Unità “nello spazio tv è arrivata l’invasione degli ultra Berlusconi”. Per Libero invece “Cambiano le regole per zittire il Cav e dare la tv al Prof”.