Sel: primarie parlamentari a rischio beffa. E autogol
Rischiano di rivelarsi una beffa per gli elettori le primarie parlamentari Sel. E di essere controproducenti per gli stessi vendoliani.
[ad]Il partito di Nichi Vendola ha infatti reso noti i nomi che guideranno le liste in ogni circoscrizione, dietro i quali si accoderanno i candidati alle primarie parlamentari secondo l’ordine di preferenze e alternanza di genere. Qualcosa di simile a quanto avverrà nel Pd, laddove il segretario e candidato Premier Bersani ha tenuto per sé circa 100 candidati da inserire nelle liste – tutti ragionevolmente in posizione eleggibile e diversi come capilista.
Nel Pd, questa scelta comporterà che – a fronte del 90% di candidati scelti attraverso le primarie parlamentari – una quota che potrebbe agevolmente superare il 25% degli eletti sarà nominata dal segretario (riducendo quindi i candidati vincenti delle primarie parlamentari ad un massimo di 75% degli eletti, se il Pd andasse bene alle elezioni politiche).
In Sinistra Ecologia e Libertà invece i conti rischiano di essere molto più salati per i vincitori delle primarie. Sel, infatti, ha un peso elettorale ancora tutto da verificare, alla luce dei lentissimi ma fragorosi movimenti nella scena politica (liste ed alleanze ancora in fase di definizione, come non succedeva da molto tempo), che rendono complicato definire con esattezza di quante “truppe” potrebbe contare Nichi Vendola nel prossimo Parlamento. A ciò si aggiunge che diversi esponenti di Sel – a partire dallo stesso governatore pugliese – compaiono più volte tra i capilista, cosicché la vera composizione della pattuglia di parlamentari sarà decisa solo dopo le opzioni degli stessi su quale circoscrizione considerare come propria.
Così, la quota di eletti che siano passati dalle primarie parlamentari di Sel rischia di essere piuttosto esigua rispetto alle premesse, e comunque inferiore a quello del Pd. E si aprono spazi ampi per le polemiche.
Due su tutte stanno catturando l’attenzione mediatica: quella che coinvolge l’ex allenatore del Bologna Fc Renzo Ulivieri, e quella relativa all’Emilia-Romagna, rinfocolata tra l’altro dall’ex candidata Sel alle primarie comunali Amelia Frascaroli.
Renzo Ulivieri era arrivato primo fra gli uomini nella lista toscana per il Senato, forte di oltre duemilacento preferenze, ma è stato retrocesso al quarto posto nella lista definitiva, dietro Pape Diew (esponente della comunità senegalese fiorentina), Ida Dominjanni (giornalista del Manifesto, capolista anche in Calabria) e Alessia Petraglia (vincitrice delle primarie Sel per il Senato, lista donne, con oltre 2400 preferenze). Pur considerando che Dominjanni opti infine per la propria Calabria, per Sel arrivare a tre senatori in Toscana non sarà agevole, tutt’altro, e sarà quindi quasi impossibile per Renzo Ulivieri arrivare al seggio senatoriale. L’ex allenatore, dal canto suo, non ha fatto polemica, affermando di volersi comportare “da soldato”, senza cioè commentare decisioni prese dall’alto. La polemica invece la fa Giuseppe Brogi, leader regionale di Sel, pronto a dimettersi oggi stesso in polemica con le posizioni del nazionale.
E polemiche le fa anche Amelia Frascaroli, ormai ex vendoliana, che sul suo profilo facebook rilancia un articolo in cui si polemizza con l’apparato bolognese di Sel reo di non averla difesa e candidata alle primarie, e chiosa “rimane il fatto che, non aver avuto la forza di imporre a Roma una scelta locale, é stato un peccato. Se al partito ed agli iscritti bolognesi va bene così, ne prendo, molto serenamente, atto”.