Dal Patto Segni alla Lista Monti: l’eterno ritorno della politica italiana
Diciannove anni dopo gli schieramenti sono sorprendentemente simili: Bersani guiderà il consenso progressista, guardando a sinistra, ma avendo supporters anche dalla sua destra (come ad esempio il Centro Democratico del ‘compagno’ Tabacci e di Donadi, che somiglia tanto alla sopra citata Alleanza Democratica). Agli antipodi un Berlusconi che sogna una “riverginazione”, proponendo agli elettori un nuovo l’accordo con la Lega e sondando il terreno a sud con forze di destra (dall’appoggio a Storace nelle regionali del Lazio, fino alla candidatura di Dell’Utri). E nel mezzo? Beh, l’alter ego di Mariotto Segni pare proprio Mario Monti, che con tre liste al suo seguito si farà abbracciare da Pierferdinando Casini, anche se con numerosi paletti.
Probabilmente si tratta di una lettura superficiale, perché si tratta di situazioni diverse, di crisi economiche differenti, da vincoli europei molto variati, perché si arriva da differenti crisi politiche. Per carità, tutto vero. La sorpresa sta, infatti, “solo” nella ciclicità che la politica italiana offre come “risposta” a queste situazioni di difficoltà. Cioè, apparentemente, sempre le stesse.