Il sondaggio Piepoli per Affari Italiani descrive una situazione molto interessante e, apparentemente, smentisce altre rilevazioni rispetto al risultato della “salita” in campo di Monti. Partiamo dagli elementi più chiari.
[ad]Dal punto di vista dei blocchi la situazione non è molto dissimile da altri sondaggi: il centro-sinistra conserva un buon margine di vantaggio, il Pdl recupera poco rispetto al passato e, anche se alleato con la Lega, il Cavaliere non raggiungerebbe il 30%.
Infine la coalizione di centro e il Movimento 5 Stelle di Grillo risultano i meno decisivi da un punto di vista elettorale; tuttavia se per Grillo possiamo parlare di un crollo per Monti & Co sarebbe più giusto parlare di un mancato decollo.
La coalizione del Professore, secondo il sondaggio Piepoli, non raggiungerebbe il 15% al contrario di altri sondaggi elettorali (es. Cise) che attribuivano oltre il 20% ad un polo di Centro guidato dall’ex Rettore della Bocconi. Lo scarto tra le due rilevazioni è notevole e sarà indispensabile aspettare la pubblicazione dei criteri di realizzazione del sondaggio per comprendere a fondo se si tratta di divergenze frutto di scelte metodologiche (ad esempio la formulazione delle domande) o se i due sondaggi politici descrivono due scenari nettamente distinti.
Colpisce oggettivamente il progressivo crollo del M5S che sembra scontare sia un effetto “interno” dovuto alle carenze in fatto di democrazia interna, oltre che un effetto “esterno” dovuto al riempimento di alcuni spazi politici da parte di nuovi soggetti come Ingroia e il suo movimento.
Il dato di maggiore interesse rimane dunque lo scarso risultato della lista Monti anche se, a nostro avviso, la capacità elettorale di Monti capo di una lista (partito) e di Monti candidato Premier di una coalizione di centro non è paragonabile e, probabilmente, le differenze tra il sondaggio del Cise e quello di Piepoli nascono da questa distinzione di fondo.