Oltre ai sondaggi elettorali di Piepoli e del Cise, che abbiamo commentato precedentemente, esiste un nuovo sondaggio elettorale, realizzato negli ultimi giorni del 2012 da Tecnè. Il dato di maggiore interesse del sondaggio Tecnè riguarda sempre Monti e il risultato previsto per le prossime elezioni; secondo Tecnè la Lista Monti potrebbe raggiungere un 6% che, sommato agli altri partiti di centro porterebbe la coalizione guidata dal Professore al 12% circa.
[ad]Questo dato assomiglia molto alla previsione di Piepoli e conferma, in definitiva, come l’ex Premier non abbia molto seguito elettorale e che quindi che deve necessariamente organizzarsi per giocare un ruolo “eventuale” in caso di una maggioranza risicata o assente per il centrosinistra in Senato.
Il resto del quadro è in gran parte noto e descrive un Pd stabilmente vicino al 35% e un Pdl che non pare trarre molto giovamento dalla cavalcata mediatica del Cavaliere, che ormai occupa anche le reti locali consigliato dai suoi spin doctor, convinti che il recupero del Pdl nei sondaggi politici sia direttamente proporzionale alla presenza mediatica di Berlusconi. In ogni caso per Berlusconi, a prescindere dal recupero più o meno reale nei sondaggi, sarà cruciale la trattativa con la Lega alla quale dovrà concedere molto per raggiungere una percentuale coalizionale in grado di “non far vincere” al Senato il centro-sinistra specialmente in Veneto e Lombardia.
Infine, secondo il sondaggio Tecnè, il Movimento 5 Stelle guidato da Grillo non risulta in particolare difficoltà mentre, tutte le formazioni minori dei vari schieramenti sono a rischio soglia: la Lega Nord, se andrà da sola, i Radicali, i socialisti e i tabacciani (che competeranno all’interno della coalizione di csx) ma anche il nuovo movimento guidato dal pm Ingroia che – se non alleato – potrebbe scomparire prima ancora di nascere, anche alla luce della “quasi certezza” di non ottenere seggi in Senato.
Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, sarà indispensabile una seria riflessione sulla frammentazione che caratterizza il nostro sistema in maniera cronica e anche in presenza di leggi elettorali che non favoriscono la formazione di nuovi partiti e movimenti che appena nati rischiano di estinguersi per non aver raggiunto seggi in Parlamento.