Nella notte di oggi è stata siglata la più volte evocata alleanza Pdl-Lega.
Il Pdl e la Lega saranno alleati alle prossime elezioni politiche. Nonostante la trattativa fosse ancora in corso ormai tutti davano per certa l’alleanza. Per diverse ragioni. Prima di ogni altro motivo per i reciproci vantaggi che ne trarranno. Il Pdl, partendo da una posizione di svantaggio, ha bisogno di alleanze. Soprattutto al Nord ed in particolar modo in quelle regioni come la Lombardia che potrebbero dimostrarsi decisive per gli equilibri post-voto al Senato. Mentre la Lega ha da anni l’aspirazione di avere un proprio uomo al Pirellone. Il designato è Maroni, segretario politico in carica della Lega.
[ad]In fondo Pdl e Lega sono sempre stati alleati. Fa eccezione la parentesi del Governo Monti. Sostenuto sino a poche settimane fa dal Pdl. Sempre osteggiato dal partito di Maroni. Oggi le posizioni convergono. Monti, a maggior ragione in considerazione del suo protagonismo politico, è avversario comune. E gli avversari comuni da sempre in politica facilitano alleanze. Proprio da Monti e dalla sua coalizione vengono i maggiori rischi per il centrodestra che vede alleati Pdl e Lega. Infatti a preoccupare Maroni per la conquista del Pirellone è la candidatura di Albertini, sostenuta da Monti e dalla sua coalizione che tiene insieme Lista Monti, Udc e Fli.
La nuova alleanza Pdl-Lega rischia di far perdere al Pdl uno degli uomini di maggiore consenso nella stessa Lombardia: Roberto Formigoni, governatore uscente. Nei giorni scorsi si è sparsa la voce che Formigoni, contrario all’allenza Pdl-Lega starebbe organizzando una propria lista che concorrerebbe al Senato a sostegno della coalizione centrista. E che sosterrebbe Albertini alla carica di presidente della regione Lombardia. L’altra regione in cui l’alleanza Pdl-Lega avrebbe un peso notevole è il Veneto dove la Lega può contare su alte percentuali di consenso.
Di sicuro l’impegno personale di Berlusconi sta facendo oscillare gli equilibri di partenza di questa campagna elettorale. Nel poco tempo a disposizione tenta di riorganizzare al meglio la coalizione di centrodestra per renderla quanto più competitiva possibile. Si è passati da uno scenario in cui Pdl, Udc e Partito Democratico tenevano in piedi un governo cosiddetto “tecnico” ad uno scenario pre-elettorale in cui il Pdl è alleato di Lega, Destra di Storace, il neonato movimento di La Russa e altre liste minori come quella messa in piedi da Samorì. Dal 2008 sembra passata un’eternità. La semplificazione è sparita. Si contano almeno cinque coalizioni. Ed almeno venti liste. A proposito di liste: facile prevedere lo spostamento di tanti singoli deputati dal momento in cui si saprà chi di loro sarà o meno confermato.