Liste elettorali: la stretta via del Psi di Nencini

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Tra gli effetti collaterali delle primarie parlamentari del Pd, c’è il complicarsi dei rapporti con il Psi di Riccardo Nencini, supporter bersaniano della prima ora nella corsa delle Primarie.

[ad]Se infatti i circoli e le organizzazioni territoriali del Pd nei giorni scorsi hanno aspramente criticato le nomine dall’alto innestate nelle graduatorie dei vincitori delle primarie parlamentari, se le varie correnti piangono la mancanza di questo deputato e quel senatore – di breve o lungo corso, di eccelse competenze e ineguagliabili meriti sul campo – se addirittura in Puglia e Sardegna si è arrivati a temere la “calata dei barbari” minacciando dimissioni e ripercussioni varie, se tutto questo e ancora altro è accaduto e potrebbe accadere, non meraviglia che una compagine esterna al Partito Democratico, ma che con esso condivide la appartenenza al gruppo dei socialisti e democratici al Parlamento europeo, si possa dichiarare tradito dalla dirigenza democratica.

Il Psi – antico partito che non si è mai ripreso da Tangentopoli e dalla diaspora che ne seguì – non compare facilmente nei sondaggi elettorali, e quando compare difficilmente supera il punto percentuale.  Poteva essere sufficiente, fino all’altro ieri, quando i partiti della coalizione erano tre (Sel oltre ai citati Pd e Psi). Rischia di non esserlo più con la presenza del Centro Democratico di Tabacci e Donadi: due liste che non potrebbero essere alleate, concorrendo entrambe per la posizione di “migliore perdente”, il migliore tra gli alleati sotto la soglia del 2%. Se quindi un mese fa Nencini affermava sicuro la presenza di una lista socialista autonoma alle elezioni, nel tempo ha cominciato a trattare la presenza di una pattuglia consistente di socialisti nelle liste dei democratici: una decina almeno di deputati, in modo da poter avere autonomia organizzativa. Un po’ come per i radicali cinque anni fa.

Alla vista delle liste, accortosi che per i socialisti gli spazi sono molto più ridotti di quanto sperato Nencini ha dichiarato che il Psi non sarebbe stato ospite a casa d’altri, che in mancanza di una rappresentanza adeguata nei territori ognuno avrebbe fatto per sé.

Queste ore e le prossime saranno decisive per Nencini (che nel frattempo pare aver guadagnato un posto in lista Pd nelle Marche) ed il Psi: deve giocarsi le sue carte al meglio, la strada tra “dignità” e obiettivo politico (tornare in Parlamento per non sparire per sempre) è stretta, e non può passare per un potentato qualsiasi.