Prosegue in questa terza parte dell’articolo l’analisi delle primarie parlamentari per la scelta dei candidati del Partito Democratico alle elezioni politiche 2013.
Molise
[ad]Il Molise elegge 3 deputati e 2 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 2 deputati e 1 senatore spettano alla coalizione vincente.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, resterebbe quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 1 deputato.
Risultati delle parlamentarie PD in Molise |
Il seggio spetta, per ragioni di popolazione, a Ruta di Campobasso, ex-presidente della regione.
Solo nel caso in cui Ruta venisse scelto come capolista da Bersani si aprirebbero spazi per altri candidati, in primo luogo Leva di Isernia e la Venittelli di Campobasso.
I risultati delle primarie parlamentari molisane evidenziano in linea di massima una vittoria delle strutture di potere esistenti, con i candidati più giovani o comunque in rapporto di rottura con i maggiorenti del partito relegati in secondo piano.
Piemonte
Il Piemonte elegge 45 deputati e 22 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 25 deputati e 12 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i tre capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di tre deputati e un senatore da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 20 deputati e 10 senatori, quindi trenta posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Piemonte |
La ripartizione dei trenta seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Torino –> Damiano Cesare
- Torino –> Bragantini Paola
- Torino –> Giorgis Andrea
- Cuneo –> Taricco Giacomino
- Torino –> Bonomo Francesca
- Torino –> Lepri Stefano
- Alessandria –> Borioli Daniele
- Torino –> D’Ottavio Umberto
- Novara –> Ferrara Elena
- Torino –> Rossomando Anna
- Cuneo –> Manassero Patrizia
- Torino –> Esposito Stefano
- Torino –> Fissore Elena
- Torino –> Tricarico Roberto
- Asti –> Fiorio Massimo
- Alessandria –> Bargero Cristina
- Torino –> Fregolent Silvia
- Cuneo –> Borrelli Massimo
- Torino –> Benedetto Silverio
- Biella –> Favero Nicoletta
- Novara –> Barini Fabrizio
- Vercelli –> Bobba Luigi
- Torino –> Zanoni Magda
- Verbano-Cusio-Ossola –> Borghi Enrico
- Torino –> Marino Mauro Maria
- Torino –> Negri Magda
- Cuneo –> Gribaudo Chiara
- Alessandria –> Marubbi Germano
- Torino –> Lo Russo Stefano
- Torino –> Grippo Maria Grazia
Il criterio dell’alternanza di genere penalizza addirittura quattro volte le donne in Piemonte: devono infatti cedere il posto Federica Fornaro e Oria Trifoglio ad Alessandria, Marta Giovannini a Cuneo e Franca Biondelli a Novara.
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I primi quattro esclusi, da ripescare in caso di extra-seggi o pessimi risultati di SEL, sarebbero proprio Pietro Marcenaro, Franca Biondelli, Cilluffo Francesca e Marta Giovannini.
[ad]I vincenti delle primarie parlamentari sono diciassette uomini e tredici donne, da dividere in tre liste; i parlamentari uscenti sono sette, mentre la maggior parte dei papabili di elezione viene da esperienze amministrative locali, in special modo dagli organismi provinciali. L’età media è 48 anni, che spazia tra i 28 di Francesca Bonomo e i 65 dell’ex-ministro Cesare Damiano.
Proprio la riconferma dell’ex-ministro del Governo Prodi è uno dei risultati più importanti del Piemonte, che vede un mix di continuità e rottura nei risultati di queste primarie. Oltre a Damiano, ben figurano gli uscenti Fiorio e Bobba, mentre al contrario sono relegati nelle parti basse della classifica il giovane turco Esposito (che non ripete gli exploit dei suoi compagni di corrente in Lazio e Liguria) e Marino, mentre fanno rumore le sconfitte senza appello di Marcenaro e Morri, che non torneranno sicuramente in Parlamento.
Tra i giovani spicca indubbiamente lo splendido risultato della Bonomo, terza assoluta alle primarie parlamentari di Torino, ma non sono da sottovalutare nemmeno le prestazioni della Bargero ad Alessandria e della Gribaudo a Cuneo. La stessa Bragantini, pur essendo una politica ormai navigata, anagraficamente è tutt’altro che anziana. In totale sono dieci su trenta i giovani che il PD spera di portare in Parlamento in Piemonte, una percentuale decisamente alta.
Puglia
La Puglia elegge 42 deputati e 20 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 23 deputati e 11 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di due deputati e un senatore da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 20 deputati e 9 senatori, quindi ventinove posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Puglia |
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[ad]La ripartizione degli ventinove seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Bari –> Ventricelli Cecilia
- Lecce –> Bellanova Teresa
- Foggia –> Bordo Michele
- Bari –> De Caro Antonio
- Taranto –> Finocchiaro Anna
- Brindisi –> Tomaselli Salvatore
- Bari –> Servodio Giuseppina
- Lecce –> Capone Salvatore
- Barletta-Andria-Trani –> Boccia Francesco
- Foggia –> Gentile Elena
- Bari –> Antonacci Vito Antonio
- Taranto –> Pelillo Michele
- Lecce –> Capone Loredana
- Bari –> Campanelli Adalisa
- Brindisi –> Mariano Elisa
- Foggia –> Mongiello Colomba
- Bari –> Ginefra Dario
- Lecce –> Massa Federico
- Barletta-Andria-Trani –> Mastromauro Margherita Angela
- Taranto –> Saracino Gloria Anna
- Bari –> Binetti Gilda
- Lecce –> Antonica Alessandra
- Foggia –> Matera Elisabetta
- Bari –> Grassi Gerolamo
- Taranto –> Vico Ludovico
- Brindisi –> Montanaro Vincenzo
- Bari –> Maugeri Maria
- Lecce –> Durante Cosimo
- Barletta-Andria-Trani –> Superbo Michelangelo
Più penalizzati gli uomini delle donne a causa delle regole sull’alternanza di genere: cedono infatti il passo Emiliano e Lofano a Bari e Ressa a Taranto, a fronte delle donne costrette a scivolare dietro a uomini meno votati di loro Messina e Andriano a Barletta-Andria-Trani.
In realtà, applicare alla Puglia il modello che equalizzare SEL all’IdV del 2008 rischia di dare risultati troppo generosi con il PD, se si considera che questa è la regione di Vendola in cui SEL ottiene i propri risultati migliori. Tra coloro indicati come vincenti, quindi, è probabile che gli ultimi della lista dovranno cedere il passo a candidati della formazione vendoliana.
I ventinove vincenti delle primarie parlamentari sono quattordici uomini e quindici donne, da dividere in due liste; la Puglia si dimostra quindi una delle regioni più rosa d’Italia, in quanto le donne sono in maggioranza rispetto agli uomini.
Sono molti i parlamentari uscenti, tra cui i nomi più noti sono indubbiamente Anna Finocchiaro, capogruppo PD al Senato, e Francesco Boccia, già sfidante di Vendola alle primarie per le regionali 2005 e 2010. Non è un parlamentare uscente, ma sicuramente tra i nomi più famosi di questa tornata elettorale è da menzionare Loredana Capone, vice di Vendola alla regione.
A fianco di tante riconferme spuntano però diversi volti nuovi, tra cui spicca la giovane Ventricelli, vincitrice a sorpresa a Bari, ed Elisa Mariano a Brindisi. L’età media è 50 anni, che spazia tra i 27 della Ventricelli e i 63 della deputata uscente Servodio.
Appena tre i giovani eletti in posizioni sicure: oltre alle già citate Ventricelli e Mariano, vi è infatti anche Michele Bordo vincitore a Brindisi, che però ha già una legislatura parlamentare alle spalle.
Se la Puglia si dimostra quindi una regione women-oriented, altrettanto non si può dire sulla sua apertura alle giovani generazioni, che salvo poche eccezioni appaiono relegate alle retrovie.
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La Sardegna elegge 17 deputati e 8 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 9 deputati e 4 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di un deputato da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 7 deputati e 3 senatori, quindi dieci posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Sardegna |
La ripartizione dei dieci seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Cagliari –> Mura Romina
- Sassari –> Sanna Giovanna
- Cagliari –> Angioni Ignazio
- Cagliari –> Dessì Maria Grazia
- Oristano –> Pes Caterina
- Nuoro –> Cucca Giuseppe Luigi Salvatore
- Olbia-Tempio –> Scanu Gian Piero
- Carbonia-Iglesias –> Cani Emanuele
- Medio Campidano –> Marrocu Siro
- Ogliastra –> Loi Giuseppe
La differenza dimensionale tra le province è tale che per garantire un diritto di tribuna a ciascun ente Cagliari e Sassari devono rinunciare ciascuna ad un seggio.
Alcune riconferme tra gli onorevoli uscenti, ma anche clamorose sconfitte: usciranno dalla scena parlamentare infatti il sassarese Guido Melis, l’iglesiente Sanna e i cagliaritani Fadda e Schirru.
Le nuove leve PD provengono invece in particolar modo dalle amministrazioni locali e dagli incarichi di partito a livello regionale, segno della forte identità territoriale che da sempre contraddistingue questa regione.
L’età media è 49 anni, con estremi che vanno dai 43 della Mura ai 59 di Scanu.
Le due liste per Camera e Senato vedranno così nelle posizioni sicure quattro donne e sei uomini, ma il dato eclatante è che non vi sono giovani: come sopra indicato, infatti, il più giovane vincitore delle primarie parlamentari è il sindaco di Sadalì Romina Mura, vincitrice a Cagliari, quarantatreenne. Sicuramente un vulnus molto grave per il PD sardo, che evidentemente non riesce né a individuare una componente giovanile significativa, né ad accettare elementi di rottura con un partito che presenta tutti i sintomi della cristallizzazione.
Sicilia
La Sicilia elegge 52 deputati e 25 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 29 deputati e 14 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i tre capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di due deputati e un senatore da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 25 deputati e 12 senatori, quindi ventisette posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Sicilia |
La ripartizione dei ventisette seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Palermo –> Culotta Magda
- Catania –> Berretta Giuseppe
- Messina –> Genovese Francantonio
- Palermo –> Faraone Davide
- Catania –> Albanella Luisella
- Agrigento –> Capodicasa Angelo
- Trapani –> Papania Antonino
- Palermo –> Piccione Teresa
- Siracusa –> Zappulla Giuseppe
- Catania –> Burtone Giovanni
- Messina –> Gullo Maria Tindara
- Palermo –> Ribaudo Francesco
- Ragusa –> Padua Venerina
- Caltanissetta –> Cardinale Daniela
- Catania –> Samperi Maria
- Palermo –> Siragusa Alessandra
- Agrigento –> Iacono Maria
- Catania –> Barbagallo Giovanni
- Messina –> Saitta Antonio
- Trapani –> Orrù Pamela
- Palermo –> Apprendi Giuseppe
- Siracusa –> Amoddio Sofia
- Catania –> Spitalieri Tania
- Palermo –> Corpora Francesca
- Enna –> Crisafulli Vladimiro
- Messina –> Modica Letteria
- Palermo –> Russo Antonino
I primi esclusi, da ripescare in caso di extra-seggi o pessimi risultati di SEL, sarebbero Amanda Catania, Gigi Bellassai e Antonio Moscatt. In realtà, essendo la Sicilia una delle regioni più a rischio per il centrosinistra, le stime qui effettuate peccano sicuramente in eccesso e sarà invece molto probabile che gli eletti democratici siano molti di meno.
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[ad]Come già altrove, le primarie parlamentari alternano conferme e sorprese. Sicuramente vi sono molte ombre sulle vittorie dei signori delle preferenze di Messina, Genovese, e di Enna, Crisafulli, quest’ultimo più volte accostato a discorsi su ambienti della criminalità organizzata.
Al contrario fa assolutamente scalpore la cocente sconfitta a Palermo dell’uscente Sergio D’Antoni, già segretario della CISL. Sempre a Palermo stupisce poi la vittoria di Magda Culotta, giovanissimo sindaco di Pollina che strappa così il biglietto per Roma. Significativo, infine, il secondo posto del renziano Faraone, segno come almeno nella provincia del capoluogo le primarie sono state una vera occasione di rinnovamento della classe dirigente.
Le donne sono quattordici contro quindici uomini, una ripartizione quindi equilibrata.
L’età media, al netto dei candidati siracusani per cui il sito ufficiale delle primarie non riporta i dati, è 50 anni, che spazia dai 28 della Culotta ai 65 della Samperi.
I giovani, sempre al netto di Siracusa, sono cinque, un numero piuttosto basso che con Siracusa al più potrebbe salire a sette. Sicuramente pochi per una regione che si evidenzia, salvo le già citate eccezioni, dunque ancora ancorata ai maggiorenti del partito.