Bologna: lo storico elettorale
Il peso dei partiti e l’analisi dei risultati per quartiere (2005-2010)
Le amministrative di Bologna si preparano ad essere una delle sfide elettorali più affascinanti della tornata 2011. Analizziamone lo storico elettorale, a partire dal 2005, quando si votò per le Regionali.
[ad]A questo link è contenuto un excel relativo alle elezioni regionali 2005, politiche 2006, politiche 2008, comunali 2009, provinciali 2009 e regionali 2010 così come riportate dal servizio elettorale1 del Comune di Bologna: tutte le tornate elettorali degli ultimi sei anni a parte le europee 2009, per considerare unicamente le occasioni in cui era prevista l’elezione di una carica monocratica. Le elezioni politiche sono state prese in considerazione, malgrado di fatto siano finalizzate all’elezione del Parlamento, a causa della forte connotazione personalistica riscontrata nel corso della II Repubblica.
Anche negli ultimi anni, come si vede piuttosto chiaramente, Bologna si è dimostrata fedele alla sua fama di centro nevralgico del centrosinistra italiano. Tenendo opportunamente conto del fatto che le dimensioni e i confini delle coalizioni definite come centrodestra e centrosinistra sono variabili a seconda dell’appuntamento elettorale, il centrosinistra ha oscillato tra il 50,53% ed il 63,66%, con una media del 57,30% e deviazione standard del 5,05%, senza mai scendere quindi sotto la maggioranza assoluta. Il centrodestra invece ha ottenuto una forbice di consensi che spazia dal 28,69% al 36,34%, con una media del 33,07% ed una deviazione standard del 2,83%.
I rapporti di forza tra le coalizioni sono tuttavia rimasti pressoché stabili – il centrosinistra circa 1,75 volte il centrodestra – fino al 2010, quando tale coefficiente è sceso a circa 1,6.
La bassa deviazione standard che è emersa nell’analisi dell’andamento del centrodestra è spia del fatto che, indipendentemente dall’affluenza e dal tipo di elezioni, questa parte politica si attesta sempre su risultati piuttosto simili, in maniera molto maggiore della coalizione avversa. Il numero di votanti che scelgono centrodestra è quindi fortemente correlato al numero totale di votanti.
Al contrario il centrosinistra soffre di una deviazione standard decisamente più alta, quasi il doppio, a dimostrazione di come gli elettori di questa parte politica siano in qualche modo più volubili in termini di partecipazione al voto, o in generale più sensibili all’offerta politica della formazione a cui fanno riferimento. A riprova dell’evidenza del fenomeno, è possibile confrontare i risultati ottenuti dalla coalizione nelle comunali e nelle provinciali del 2009: sebbene tenutesi nella medesima data, le due elezioni hanno avuto circa 5.000 voti – tra quelli alle liste – di differenza (219.237 alle comunali, 214.698 alle provinciali) e di tali voti 107.781 sono stati quelli attribuiti al centrosinistra per l’elezione del sindaco, pari al 50,53% del totale, ma ben 117.320 sono stati quelli ottenuti dal centrosinistra alle provinciali, ovvero il 57,30% del totale.
In seconda analisi, nei grafici seguenti è possibile notare i rapporti di forza tra i principali partiti che compongono le due coalizioni, PdL e Lega nel caso del centrodestra, PD, IdV e SEL per quanto riguarda il centrosinistra.
Rapporto PdL – Lega nel Comune di Bologna (2005-2010)
Rapporto PD – IdV – SEL nel Comune di Bologna (2005-2010)
Sia nel centrosinistra che nel centrodestra si assiste, dopo il 2008, ad una lenta e progressiva erosione dei partiti principali (PdL e PD) a favore delle forze minoritarie delle coalizione (Lega da un lato e IdV e SEL dall’altro).
Prendendo l’esempio dell’Italia dei Valori, si vede come tra il 2006 ed il 2008 la formazione dipietrista abbia praticamente triplicato i propri consensi, per poi rimanere stabile, pur con alcune oscillazioni, attraverso il 2009 ed il 2010.
La Lega Nord ha vissuto invece una fase di espansione più prolungata, fino al 2009, per poi restare sostanzialmente stabile nel 2010.
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