Si conclude in questa quarta ed ultima parte dell’articolo l’analisi dei vincitori delle primarie parlamentari per la scelta dei candidati del Partito Democratico alle elezioni politiche 2013.
Toscana
[ad]La Toscana elegge 38 deputati e 18 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 20 deputati e 11 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di un deputato e un senatore da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 18 deputati e 9 senatori, quindi ventisette posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Toscana |
La ripartizione dei ventisette seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Firenze –> Simoni Elisa
- Firenze –> Nardella Dario
- Pisa –> Gatti Maria Grazia
- Lucca –> Marcucci Andrea
- Arezzo –> Donati Matteo
- Livorno –> Rocchi Maria Grazia
- Firenze –> Di Giorgi Rosa Maria
- Massa-Carrara –> Rigoni Andrea
- Pistoia –> Bini Caterina
- Siena –> Cenni Susanna
- Prato –> Biffoni Matteo
- Firenze –> Fossati Filippo
- Grosseto –> Sani Luca
- Pisa –> Fontanelli Paolo
- Lucca –> Adami Maria Stella
- Firenze –> Albini Tea
- Arezzo –> Mattesini Donatella
- Livorno –> Velo Silvia
- Firenze –> Parrini Dario
- Massa-Carrara –> Maffei Barbara
- Pistoia –> Fanucci Edoardo
- Firenze –> De Pasquale Rosa
- Pisa –> Zambito Ylenia
- Siena –> Dallai Luigi
- Lucca –> Granaiola Manuela
- Prato –> Santi Ilaria
- Firenze –> Ermini Davide
L’alternanza di genere in questo caso premia le donne, dal momento che Becattini a Firenze e Gelli a Pisa devono fare spazio rispettivamente alla De Pasquale e alla Zambito.
La divisione delle province di Firenze, Lucca e Livorno in più circoscrizioni elettorali complica ulteriormente la simulazione, in quanto la popolazione provinciale residente non diventa più l’unico criterio di divisione dei seggi.
I primi due esclusi, da ripescare in caso di extra-seggi o pessimi risultati di SEL, sarebbero proprio Marco Meacci e Marco Filippi.
I vincenti delle primarie parlamentari sono dodici uomini e quindici donne, da dividere in due liste; la Toscana si dimostra quindi una delle pochissime realtà regionali dove le donne hanno superato gli uomini nei posti chiave per un’elezione in Parlamento.
I parlamentari uscenti sono undici, un numero eccezionalmente alto ma che non consente tuttavia a tutti gli uscenti una ridandidatura. Esclusi eccellenti sono infatti Lulli a Prato, Scarpetti a Pistoia, Bolognesi e Filippi a Livorno e Passoni a Firenze. La maggior parte dei candidati papabili di elezione viene da esperienze amministrative locali, in special modo dagli organismi provinciali. L’età media è 48 anni, che spazia tra i 30 di Edoardo Fanucci e i 66 della senatrice uscente Manuela Granaiola.
Come era lecito attendersi, i renziani ottengono qui in Toscana risultati spesso lusinghieri, in special modo a Prato ed Arezzo. Spesso infatti la componente bersaniana del PD ha preferito concentrarsi sull’elezione sicura di un singolo candidato piuttosto che a “fare numero”, aprendo così la strada a numerose candidatura renziane nelle posizioni di immediato rincalzo.
I giovani che la Toscana porterà ragionevolmente in Parlamento sono otto, una percentuale intorno al 30% che, unita alle vittorie dei renziani, ben esprime il profondo rinnovamento della classe dirigente PD in questa regione.
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Trentino Alto Adige
Il Trentino Alto Adige elegge 11 deputati e 7 senatori. Il sistema elettorale trentino al senato prevede che sei senatori su sette siano eletti tramite un maggioritario semplice, mentre il settimo è eletto sulla base del recupero regionale dei voti non utilizzati.
Diventa quindi impossibile assegnare seggi alla coalizione vincente, tanto più che in questa regione il centrosinistra è alleato con la fortissima formazione locale SVP.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, devono essere vautati quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 6 deputati e tutti e 7 i senatori, quindi tredici posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Trentino Alto Adige |
Non è quindi possibile eseguire una ripartizione delle liste, in quanto, soprattutto al Senato, è ancora in via di definizione l’accordo che dovrà portare la coalizione a decidere se candidare esponenti di PD, SEL o SVP nei collegi uninominali.
[ad]È tuttavia possibile esaminare il profilo di tutti i candidati alle primarie parlamentari per trarne le conclusioni riservate ai vincenti delle altre regioni.
Sono stati cinque donne e quattro uomini a sfidarsi, con una parità quindi quasi perfetta tra i sessi. Due gli uscenti, Gnecchi e Froner, e tre le new entry della politica.
L’età media è 52 anni, che vanno dai 31 della Filippi ai 60 della Gnecchi e della Berti.
Proprio la Filippi è l’unica vera giovane della competizione, una percentuale quindi tutto sommato molto modesta rispetto ad altre realtà regionali.
Umbria
L’Umbria elegge 9 deputati e 7 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 5 deputati e 4 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i due capilista scelti da Bersani, resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 4 deputati e 3 senatori, quindi sette posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Umbria |
La ripartizione degli sette seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Perugia –> Bocci Giampiero
- Perugia –> Ascani Anna
- Terni –> Rossi Gianluca
- Perugia –> Giulietti Gianpiero
- Perugia –> Cardinali Valeria
- Perugia –> Bottini Lamberto
- Terni –> Valli Nicoletta
I sette vincenti delle primarie parlamentari sono quattro uomini e tre donne, da dividere in due liste; solo uno dei due deputati si garantisce l’elezione: Bocci a Perugia infatti vince nettamente le primarie nel suo collegio, mentre Trappolino, a Terni, arriva solo secondo, un risultato che potrebbe rivelarsi insufficiente per tornare a Roma. L’età media è 43 anni, che spazia tra i 27 della Ascani e i 56 di Bottini.
Due su nove i giovani umbri che entreranno in Parlamento in queste elezioni: oltre alla giovanissima Anna Ascani, prima donna a Perugia, è doveroso citare anche Gianluca Rossi, che seppur non ancora quarantenne vanta già un’esperienza in consiglio regionale.
Valle d’Aosta
In Valle d’Aosta non si sono tenute primarie parlamentari: poiché questa regione elegge un solo deputato e un solo senatore, entrambi ricadono nell’appannaggio della segreteria nazionale, che con ogni probabilità valuterà l’accordo con le forze autonomiste da sempre egemoni in regione.
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Il Veneto elegge 51 deputati e 24 senatori. Di questi, nell’ipotesi che non vi siano extra-seggi, 28 deputati e 13 senatori spettano alla coalizione vincente.
Considerando i tre capilista scelti da Bersani, e l’ipotesi cautelativa di due deputati e un senatore da dividere con SEL (come nel 2008 avvenne con l’IdV), resterebbero quindi, in caso di vittoria del centrosinistra in questa regione, 24 deputati e 11 senatori, quindi trentacinque posti.
Risultati delle parlamentarie PD in Veneto |
La ripartizione dei trentacinque seggi, se si tenesse conto della popolazione residente al censimento, dovrebbe essere:
- Padova –> Naccarato Alessandro
- Verona –> Zardini Diego
- Treviso –> Rubinato Simonetta
- Vicenza –> Ginato Federico
- Venezia –> Casson Felice
- Padova –> Narduolo Giulia
- Verona –> Rotta Alessia
- Treviso –> Ceschin Daniele
- Vicenza –> Sbrollini Daniela
- Venezia –> Murer Delia
- Padova –> Piva Giancarlo
- Verona –> D’Arienzo Vincenzo
- Treviso –> Casellato Floriana
- Vicenza –> Crimi Filippo
- Venezia –> Mognato Michele
- Rovigo –> Crivellari Diego
- Padova –> Miotto Margherita
- Verona –> Scapin Clara
- Treviso –> Tonella Giovanni
- Vicenza –> Laugelli Emilia
- Venezia –> Moretto Sara
- Belluno –> De Menech Roger
- Padova –> Piron Claudio
- Verona –> Vallani Stefano
- Treviso –> De Nardi Barbara
- Vicenza –> Creazzo Luigi
- Venezia –> Stradiotto Marco
- Padova –> Camani Vanessa
- Verona –> Foglia Federica
- Treviso –> Zanata Franco
- Vicenza –> Ballico Meri
- Venezia –> Busatta Stefania
- Padova –> Corso Francesco
- Verona –> Balzo Vanio
- Treviso –> Arena Carola
I primi esclusi, da ripescare in caso di extra-seggi o pessimi risultati di SEL, sarebbero Alessandra Sala, Rodolfo Giuliano Viola e Laura Negri. In realtà il Veneto, regione storicamente di destra, è proprio una delle contese più difficili per Italia Bene Comune, e quindi con ogni probabilità il numero degli eletti potrebbe drasticamente ridursi. È difficile, in un contesto bipolare, stimare quanti potrebbero essere gli eletti certi nelle file del PD, ma ipoteticamente si può affermare che la sicurezza del posto in Parlamento non arriva oltre il primo terzo della lista.
Con l’eccezione di Viola, i parlamentari uscenti sono stati tutti riconfermati, anche se la maggior parte dei vincenti di queste primarie parlamentari appartiene alle istituzioni locali.
Le donne sono sedici contro diciannove uomini, una tra le ripartizioni meno favorevoli al gentil sesso in tutta Italia.
L’età media è 45 anni, che spazia dai 25 di Filippo Crimi ai 65 di Margherita Miotto.
Tra le sorprese più significative delle primarie parlamentari venete spicca il risultato di Giulia Narduolo, prima donna a Padova, della giornalista Alessia Rotta, prima donna a Verona e di Diego Zardini, vincente assoluto sempre a Verona.
I giovani sono dodici, circa un terzo del totale, un valore piuttosto lusinghiero che manifesta una netta vivacità nel partito.
Il Veneto si dimostra inoltre una delle regioni più favorevoli alla corrente renziana, che qui ottiene ottimi piazzamenti e la possibilità di portare a Roma un discreto numero di eletti.