I Lego: da giocattolo per bambini a passione per adulti

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Chi non li ha mai presi tra le mani, provando ad incastrarli uno sopra l’altro, fino a formare il perimetro di una casa? E chi non conosce il volto sorridente dei classici omini gialli con gli arti orientabili e le mani in grado di reggere arnesi, pronti a popolare interi quartieri e affollare altrettanti mezzi di trasporto? Stiamo parlando proprio di loro, sono i mattoncini LEGO.

[ad]Eppure forse non tutti sanno che i famosi mattoncini assemblabili, prima di vedere la luce nelle confezioni ultra-moderne in bella mostra sugli scaffali dei negozi, hanno avuto una storia lunga e travagliata. La storia del marchio LEGO è degna di un romanzo. Chi non crede nel mito del self-made man questa volta dovrà fare un’eccezione. Il suo fondatore – il danese Ole Kirk Christiansen – e i suoi eredi – figlio e nipote – sono riusciti a non perdersi d’animo e a trarre vantaggio anche dalle situazioni più sfortunate. Never give up!, mai arrendersi.

Prima ancora di chiamarsi così, la LEGO è una modesta falegnameria per la produzione di arredi. Nel corso della sua storia subisce due disastrosi incendi e viene messa a dura prova dalla tremenda crisi del ’29. Ma il padre del marchio danese riesce inconsapevolmente a fare di necessità virtù. Avendo bisogno di progettare i suoi arredi a basso costo, crea i modellini destinati a trasformare la LEGO in fabbrica di giocattoli, prima in legno e poi in plastica. Come in ogni impresa familiare che si rispetti, il figlio completa il lavoro paterno, approdando ai mattoncini così come li conosciamo oggi.

Chi ha voglia di ripercorrere in modo divertente e un po’ romanzato le tappe di questa storia può dare un’occhiata al seguente cortometraggio animato, prodotto dallo stesso Gruppo LEGO, di facile comprensione anche per chi non mastica l’inglese:

http://www.youtube.com/watch?v=NdDU_BBJW9Y&feature=youtu.be

Col passare del tempo l’azienda è cresciuta, moltiplicando le proprie sedi in giro per il mondo e ideando famose Serie, complete di istruzioni di montaggio, come quelle ispirate alla città e allo spazio. Così, se nell’immaginario collettivo dei nostri nonni la parola LEGO evocava al massimo il celebre mattoncino e i nipotini che giocavano, in seguito un pubblico sempre più vasto di adulti si è lasciato catturare dalle possibilità offerte dall’introduzione delle parti meccaniche che caratterizzano la Serie Lego Technic e dai sofisticati automatismi ottenuti grazie alla successiva Serie Lego Mindstorms. Il web pullula di complesse “catene di montaggio” create dagli appassionati, che per realizzarle impiegano una quantità notevole di tempo e denaro. Non lo sapevate? Guardate un po’ questa e pensate a quanto possa essere costata:

http://www.youtube.com/watch?v=nG2dGE0bzbU

L’ultima versione dei Mindstorms,che la LEGO ha presentato recentemente e che uscirà tra qualche mese, permetterà non solo di costruire dei robot, ma addirittura di controllarli mediante il proprio iPhone/iPad o smartphone Android. Giocattolo per bambini o passione per adulti? Sicuramente gli adulti, ingegneri veri o mancati che siano, hanno anticipato i tempi sviluppando progetti originali e creativi, talvolta persino messi in vendita on line sotto forma di accurati manuali di istruzioni. Quelli che trovate nel video seguente sono frutto di una mente geniale:

http://www.youtube.com/watch?v=7RVI-JxE9xs

Cosa succede ai vecchi modelli LEGO man mano che vengono sostituiti da quelli di ultima generazione? Una sorprendente tendenza vede i pezzi usciti fuori produzione diventare oggetto di vere e proprie speculazioni finanziarie. Il blog www.brickpicker.com fornisce informazioni in tempo reale sul valore delle scatole non più in commercio, che possono essere rivendute con guadagni che partono dal 15% e possono arrivare a superare il 100%, come nel clamoroso caso della locomotiva chiamata Emerald Night Train, acquistata a 99,9 dollari e rivenduta a 203. Questo strano fenomeno porta qualcuno a paragonare – ironicamente? – il mattone della casa a quelli di questo storico giocattolo, ipotizzando investimenti in un bene che, tutto sommato, non si logora col tempo.