Il gioco delle coppie
Gli ultimi decenni di politica italiana hanno mostrato, agli occhi degli appassionati, una dura verità: una cosa è lo scenario politico italiano, un altro è lo scenario pre-elettorale. Così avviene ad ogni tornata elettorale un vero e proprio gioco delle coppie tra partiti e formazioni politiche, di diversa estrazione culturale ed ideologica.
[ad]Formazioni politiche che vivacchiano in Parlamento, che riempiono di manifesti i muri delle nostre città, ma che temendo la dura prova delle urne preferiscono, se non il salvagente, un abbraccio politico in grado di risollevare le loro sorti.
Tra questi “perversi matrimoni” quello di cui si è discusso di più nelle ultime ore è stato quello tra i Radicali e La Destra di Francesco Storace. Un matrimonio naufragato in quanto l’ex ministro della sanità, impegnato nella presentazione delle sue liste su scala nazionale, non ha potuto consegnare in tempo ai Radicali le liste per raccogliere le firme in sostegno alla sua corsa alla presidenza della Regione Lazio.
Un matrimonio non riuscito dunque che però rischia di aver già compromesso la reputazione di Pannella, considerato ormai alla stregua di un voltagabbana politico dai pochi punti di riferimento ideali.
In realtà l’idea di un’accoppiata Pannella-Storace nasceva da una specifica necessità legata al caso Lazio che tra l’altro non comprometteva la corsa in solitaria della lista pannelliana Amnistia, Giustizia e Libertà. Il candidato alla presidenza della regione per il centrosinistra Nicola Zingaretti infatti ha chiesto alle liste che lo sostengono di non ricandidare i consiglieri uscenti, colpiti da un netto calo di popolarità dopo le varie vicende Fiorito e co. I radicali si sono impuntati nel voler ripresentare i due consiglieri alla Pisana, Berardo e Rossodivita, considerati da Pannella come coloro i quali avevano colto Fiorito con le mani nella marmellata.
Da qui l’uscita dei radicali della coalizione di centrosinistra a livello regionale e la volontà di un accordo con un’altra coalizione per poter superare una soglia di sbarramento altrimenti considerata proibitiva.
E la cosa comica è che per rimediare al ritardo dell’arrivo della documentazione ha anche proposto a Berardo e Rossodivita di candidarsi all’interno delle liste della Destra (proposta rifiutata da ambedue).
Un matrimonio fallito e strano, che però ha una forma di precedente storico nel tentativo pannelliano di reinserire la vicenda politica dell’Msi all’interno dell’alveo, se non costituzionale, almeno democratico (congresso dell’Msi a Roma nell’82).
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