Da mezzanotte del 25 Marzo l’intera India, secondo paese più popoloso al mondo, è in lockdown. L’ordine è arrivato dal Primo Ministro Narendra Modi che ha annunciato un coprifuoco per l’intera popolazione di 21 giorni. Modi ha annunciato un “divieto totale di uscire di casa” e chiesto ai cittadini di rimanere ovunque essi siano nel paese.
In un drammatico discorso televisivo alla nazione, Modi ha dichiarato che le misure di contenimento varranno almeno fino al prossimo 15 Aprile. Ventuno giorni di isolamento sono il periodo minimo proposto dagli esperti indiani ed offrono al governo la possibilità di contenere i contagi. Il Premier ha aggiunto che se non si riuscirà a rallentare l’epidemia in questo periodo, i danni saranno incalcolabili e il paese “potrebbe essere riportato indietro di ventun’anni”.
Tutte le attività commerciali non essenziali verranno chiuse, tutti gli assembramenti in pubblico proibiti e solo farmacie, negozi di alimentari ed ospedali rimarranno aperti. Chiuse anche tutte le fabbriche, laboratori, mercati, uffici, siti di costruzione, luoghi di culto. Sospesa la maggior parte dei trasporti passeggeri, inclusi i mezzi pubblici. La cessazione di tutte le attività economiche non essenziali, dice Modi, è un sacrificio economico necessario ora per evitare danni ben più grandi in futuro. Nonostante gli appelli alla calma del Premier, alla dichiarazione hanno seguito corse agli approvvigionamenti in tutto il paese. Il governo ha già stanziato un piano di aiuti economici di 2 miliardi di dollari ed annuncerà altre misure nei prossimi giorni.
L’India ha per ora solo 519 casi confermati di Coronavirus e 10 decessi, ma alcune proiezioni stimano che il totale dei contagi potrebbe arrivare fino a 300 milioni con più di cinque milioni di casi gravi. Più di un milione di persone potrebbero essere infettate già verso metà Maggio. L’India è uno dei paesi più densamente popolati al mondo, con famiglie composte in media da 5 persone e con spesso due o tre generazioni che vivono insieme nella stessa abitazione. 75% delle famiglie indiane vive in abitazioni con due stanze o meno, e fino al 90% della popolazione usa gli affollatissimi mezzi pubblici per spostarsi. In queste condizioni la diffusione del virus potrebbe essere rapidissima senza misure di contenimento.