I recenti sondaggi che danno il Pd in lieve e costante discesa devono aver allarmato e non poco Pier Luigi Bersani. Difatti il segretario dei democratici ha deciso di cambiare strategia. Indossati i guantoni da boxe Bersani è partito all’attacco e il bersaglio principale pare essere il premier dimissionario Mario Monti.
[ad]Ieri la prima stoccata: “Non mi faccio fare le pulci da chi ha creato i problemi: voglio sentire pronunciare la parola esodati”. Oggi un nuovo affondo: “Ci hanno bacchettato perché non siamo tecnici, e poi si è visto chi è il tecnico”. Oltre alle intemerate nei confronti del Professore, il segretario dei democratici ha rispolverato vecchi temi che piacciono a sinistra. Dapprima il suo no ai caccia F35 e poi la richiesta di un reddito minimo garantito per i non contrattualizzati.
Un’inversione di rotta per riconquistare parte di quell’elettorato che si è avvicinato alla Rivoluzione Civile di Ingroia al cui interno albergano vecchi lupi della sinistra radicale da Diliberto a Ferrero. E per marcare la vicinanza del Pd all’elettorato di sinistra non ha esitato ad allontanare le sirene di un possibile divorzio da Vendola dopo le elezioni per intavolare un’alleanza con i centristi. “Noi siamo nella possibilità di vincere, abbiamo fatto via via quello che abbiamo detto. Ci si levi dalla testa il venir meno l’impegno che abbiamo preso con Vendola” ha dichiarato Bersani a margine della presentazione delle liste di Italia Bene Comune. Poi a segnalare la distanza tra Pd e il governo tecnico di Mario Monti ha aggiunto: ”L’esperienza dell’ultimo anno non poteva tracciare una grande prospettiva di cambiamento, impostare le riforme e dare attenzione al sociale, mentre noi siamo una forza popolare che non guarda dall’alto ma guarda negli occhi la gente”. Bersani è finalmente sceso nell’agone della campagna elettorale.