Sondaggio Demos: nessun recupero Pdl nell’ultimo mese

Pubblicato il 25 Gennaio 2013 alle 14:57 Autore: Giuseppe Martelli

Tra i sondaggi elettorali pubblicati oggi, molta rilevanza merita il sondaggio Demos pubblicato da Repubblica che rivela una situazione sostanzialmente stabile e non troppo diversa rispetto ad un mese fa.

Il famoso recupero sventolato da alcuni esponenti del Pdl è più virtuale che reale e il distacco tra le coalizioni rimane importante. Anche la distanza tra i partiti maggiori è sostanzialmente incolmabile. E’ del tutto evidente che il Senato rappresenta un’altra storia, e quindi un’arena diversa di confronto ma le indicazioni, anche per il Senato sono molto nette.

[ad]L’altra sfida tra Monti e Grillo per la terza posizione, secondoil sondaggio elettorale di Demos, sembrà già decisa visto che la coalizione del Professore raggiunge il 16% contro il 13% del comico genovese. Inoltre la volontà di creare un unico partito di Centro, palesata nei giorni scorsi da Casini, appare superata dalla realtà visto che la lista del Professore rappresenta già il 90% dell’intera coalizione di Centrista.

Altre due considerazioni meritano spazio. La prima è di natura sistemica e riguarda le continue affermazioni di molti esponenti del Pdl rispetto al recupero (ormai dato per certo) del centro-destra. Questa strategia è molto comune alla vigilia delle elezioni visto che proiettare l’immagine di una possibile vittoria “aiuta” in qualche modo a vincere; tuttavia il rischio di risultare poco credibili e quindi non affidabile è molto alto se il distacco tra le coalizioni si conferma essere così importante (12 punti percentuali sono un’enormità a 30 giorni dal voto) e quindi la strategia di potrebbe rivelarsi addirittura controproducente.

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L’altro dato interessante è rappresentato dalla maggiore capacità elettorale del Pd al Senato rispetto alla Camera. Il partito di Bersani nel sondaggio Demos ottiene uno 0,4 in più e allo stesso tempo Sel perde un punto percentuale. L’impressione è che il messaggio del voto utile faccia breccia specialmente dove la partita viene percepita come delicata ma la realtà ci dice che finchè lo spostamento di voti si mantiene intra-coalizionale gli effetti sul risultato finale saranno irrilevanti.

L’ultimo elemento interessante è il valore dell’astensione che si aggira intorno al 30%, un valore che decresce progressivamente, anche “grazie” alla campagna elettorale.