I numeri nudi e crudi sono questi: nei sondaggi elettorali a inizio dicembre 2012 il PDL si attesta in media poco sopra il 15% mentre il 20 gennaio, a un mese dalle elezioni arriva poco sopra al 18%. Insomma, sembra che i numeri avvalorino la tesi della rimonta di Berlusconi anche se non nella misura propagandata dall’ex-premier.
[ad]Tre punti percentuali (ri)guadagnati in 2 mesi sono un bel bottino in effetti, ma se il trend rimanesse quello attuale, a fine febbraio arriverebbe a sfiorare il 20%, un risultato discreto ma che certo non gli permetterebbe di vincere le elezioni ma al massimo privare il centrosinistra della maggioranza assoluta al Senato.
Tuttavia se esaminiamo le medie dei sondaggi politici in dettaglio troviamo una cosa interessante.
A inizio dicembre il PDL è ai minimi storici, dilaniato dalla querelle primarie sì/primarie no. Il 6 Dicembre Berlusconi rompe gli indugi dissipando dubbi e incertezze e i trend elettorali del partito si invertono prepotentemente, come ben si vede nella seconda figura.
A inizio gennaio però il trend di crescita si interrompe, ben prima della ormai famosa puntata di Servizio pubblico, e diviene quasi piatto, mostrando in maniera esemplare che tutta la polemica su Santoro che resuscita Berlusconi, sui 2 punti guadagnati durante la trasmissione non era altro che una bolla mediatica.
Infine, il terzo grafico ci dice che i trend di crescita del PDL e quelli del Centrodestra, che passa dal 25% al 28% sono identici , cioè al di fuori del PDL nulla si muove nell’area destra del schieramento politico, ma vi sono solo continui rimescolamenti.