Il premier dimissionario Mario Monti sembra aver compiuto il processo di trasformazione da tecnico a politico vero e proprio. Dopo essere diventato più cattivo con i suoi avversari politici (su consiglio dello stratega americano David Axelrod) ora il Professore affina un’altra arma ben nota ai politici: le promesse. Ospite di Omnibus su La7, il Professore ha illustrato il suo programma inerente ad uno dei temi più scottanti di questa campagna elettorale ovvero le riforme fiscali.
[ad]Monti parte dalla contestatissima imposta sulla casa. “Imu ridotta dal 2013, e cioè accrescere la detrazione sulla prima casa da 200 a 400 euro e il raddoppio delle detrazione da 100 a 200, per ciascun figlio e anziano a carico fino a un massimo di 800 euro”. E come si potrà coprire una riduzione simile? Monti spiega la sua ricetta: “Il costo stimato è due miliardi e mezzo; la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi. Sull’Irap, il programma prevede, una riduzione favorevole al lavoro dal 2014 con l’eliminazione del monte salari dalla base imponibile dell’Irap”. Il totale, ha concluso Monti, “sarà pari al dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato, circa 11,5 miliardi di imposta in meno di cinque anni sulle imprese”.
Il Professore ha poi promesso che vi sarà meno Irpef dal 2014. “Vogliamo ridurre il peso dell’imposta a partire dai redditi medio bassi attraverso l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse, complessivamente nella legislatura ridurremo il gettito Irpef di 15,5 miliardi”. Infine, il leader di Scelta Civica ha escluso “momentaneamente” una manovra bis. La sua attuazione o meno dipenderà dall’esito del voto alle prossime elezioni politiche.