Tutti a scuola. Massimo un mese di vacanze. Se vince Monti.
Una riforma del calendario scolastico che riduca le vacanze estive a un solo mese: la proposta contenuta nella bozza sulla riforma del mercato del lavoro preparata da Mario Monti e dal pool di economisti candidati nella lista ‘Scelta civica’.
[ad] ”Va ipotizzata – si legge alla pagina 10 del documento preparato sabato scorso durante una riunione nello studio del professor Ichino – una riforma del calendario scolastico in modo da limitare ad un mese le vacanze estive, sulla base della partecipazione volontaria delle famiglie. Questa misura non vuole andare ad aggravare il lavoro degli insegnanti, ma modernizzare un sistema che penalizza i genitori lavoratori”. “Le attività sportive, di recupero, alternative e per la comunità – scrivono gli esperti vicini a Monti – possono trovare più spazio se la scuola rimane aperta per 11 mesi l’anno, incoraggiando ogni istituto ad essere autonomo nella scelta dell’impiego per il tempo in più”.
Nella giornata di ieri alcune agenzie hanno lanciato questa indiscrezione: tanto è bastato per far scattare l’allarme. «Gli istituti non sono parcheggi», il commento polemico del segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Si sono levate immediatamente voci di protesta dal mondo della scuola e tanto è bastato per far dire a Lamberto Sechi, per conto di Monti e della sua lista che si tratta di indiscrezioni. Al momento destituite di ogni fondamento.
Senza entrare nel merito della proposta e quindi valutare se e quanto possa essere positiva o negativa la proposta stessa colpisce il modo e i tempi rapidi con cui si passa dall’indiscrezione alla smentita. Sechi infatti smentisce e definisce la proposta destituita di ogni fondamento. Aggiungendo «al momento» . Ciò significa che potrebbe non essere più destituita di ogni fondamento, ad esempio, tra un mese? Cioè subito dopo le elezioni.
Mario Monti è o vorrebbe essere l’uomo delle riforme. L’impressione è che la coalizione guidata da Monti preferisca non aprire sul tema una discussione di merito che rischia di allontanare parte dell’elettorato. Niente di nuovo. Neanche da Monti.