L’aveva proposto per primo proprio Berlusconi, subito dopo aver incassato l’alleanza con la Lega Nord. La risposta di Bersani – candidato premier per il centrosinistra – fu dapprima ironica (“faccio i confronti con i candidati premier, nel centrodestra non ne hanno”), poi più politica (“lo spazio diamolo a notizie che altrimenti non si conoscono, tipo la Siria”). Da qualche giorno si è tornati a parlare del confronto tv tra i candidati ed a rilanciare la proposta è stato proprio Bersani: messo sotto stress per il caso Mps e per il calo del suo partito nei sondaggi, il segretario Pd ha deciso così di rilanciare la propria immagine e di portare il dibattito su temi diversi e più consoni al programma elettorale del Pd.
[ad]Unica condizione: la presenza di tutti i candidati premier (Berlusconi compreso, da solo o con Alfano). La sede, la più istituzionale possibile: Rai1, prima serata, questo sabato. Vespa già pronto.
Ma è tutto saltato nelle ultime ore. Il regolamento della Commissione di Vigilanza Rai stabilisce che i confronti li possano fare solo i candidati premier delle coalizioni: secondo il regolamento, quindi, il confronto si può fare solo tra Bersani, Monti e Berlusconi, ed a questo regolamento si è appellato il Pdl per annullare il confronto in programma.
Ma mentre il Pdl ha tutto l’interesse a porsi come unico candidato “anti-Bersani” (posto che sia la coalizione di centrosinistra quella favorita per la vittoria alle elezioni politiche). Interesse che Bersani non condivide, ovviamente. Favorito, potrebbe seguire l’esempio di Berlusconi che nel 2008 non volle il confronto tv, oppure appunto sfidare tutti – evitando che Berlusconi rubi poi la scena. L’esperienza del primo confronto Tv delle primarie lo conforta, ed è per questo che ora può rilanciare “o con tutti o vado a Sky”.
Come finirà? Non è chiaro: anche Monti pare non essere interessato ad aprire più di tanto la platea, e Grillo pare non essere interessato a farvi parte, della platea (meglio, per lui, un one man show da Santoro). Ingroia e Giannino parteciperebbero più che volentieri, ma per il primo c’è il cavillo dell’essersi presentato come “Presidente” e non come “candidato” della lista.
A meno di un mese dal voto, quindi, siamo in alto mare. E la sensazione è che poi il confronto non si faccia.