Maestro tuttologo, maestro unico o maestro artigiano?
[ad]Pensate a un insegnante prevalente che insegna un numero aumentato di materie, ma con la necessità di assumere la turnazione peggiore con maggior numero di pomeriggi (ovvero meno mattine, ovvero meno ore ‘produttive’).
Un secondo insegnante che deve entrare in diverse classi assumendo un orario tipo “Scuola Media” per andare a insegnare le diverse materie ‘mancanti’ (può capitare italiano in prima, matematica in quinta), compresenze pressoché assenti e per le poche ore residue la presenza spesso di un terzo insegnante, la lingua inglese affidata a insegnanti che mai avevano scelto di insegnarla e che ammettono per primi di non essere in grado e aggiungiamo tutte le variabili che vogliamo riguardo spezzoni di orario da coprire dove necessario.
O tuttologo come al cabaret? Non so se sono stata chiara, ma se sentite un certo fastidio sappiate che è così che si sentono tutti i giorni, maestre e bambini.
Altro che insegnante unico: oggi, veramente, possiamo usare lo sprezzante termine tuttologo nella peggiore delle accezioni. In questa scuola, che non è più la scuola in cui mi riconosco, ma un tempo da coprire, cerchiamo comunque di proporre attività stimolanti per i bambini.
Perché una cosa è senz’altro vera. Il maestro sarà tornato tuttologo, come cinquanta anni fa, ma la società rimane complessa, anzi, lo diventa sempre di più, e una scuola all’altezza deve mantenere l’altissima professionalità acquisita lavorando in gruppo.
State comunque sereni, che le maestre della scuola italiana sono brave in tutto. Come le mamme.
Noi maestri artigiani la mattina partiamo con sega, pialla e martello dentro la nostra cartella. Ma cosa avete capito? Non abbiamo intenzione di piallarvi i figli. Gli attrezzi ci servono per tenere in piedi la scuola pubblica.