E’ stato in ombra per un mese e mezzo abbondante. Dopo il successo nelle amministrative della scorsa primavera (a Parma e non solo), e l’ottimo risultato raggiunto in Sicilia in ottobre (dove la sua lista è stata la più votata), le primarie del centrosinistra prima ed il ritorno in campo di Silvio Berlusconi poi avevano riportato il M5S in una posizione di secondo piano.
[ad]Anche il duo Grillo-Casaleggio ci aveva messo del suo. Le Parlamentarie, gestite dalla società di marketing milanese di Casaleggio, senza alcun controllo esterno, con una forte limitazione sia all’elettorato attivo che a quello passivo. I casi Favia e Salsi. La fuoriuscita dello stesso Favia.
Il MoVimento, arrivato ad essere il secondo nel Paese per peso elettorale (stando ai sondaggi elettorali) dietro il Pd, è via via sceso, cedendo percentuali in favore di un Pdl redivivo grazie alla decisione di Berlusconi di riprendere in mano il proprio partito e cominciare l’offensiva mediatica che in dicembre l’ha visto in tv ogni giorno in qualsiasi tipo di trasmissione.
Da qualche tempo, però, conclusasi la rincorsa del Pdl ed in concomitanza con lo Tsunami tour, il M5S è tornato in auge e secondo molti sondaggi elettorali è ormai già la seconda forza del paese. Una forza interessante da investigare, come fa oggi Demopolis per l’Espresso, che appunto ne rileva una crescita importante nell’ultimo mese.
Fondamentalmente due le richieste dell’istituto diretto da PietroVento agli elettori: il motivo principale per cui pensano di votare il M5S e le aspettative rispetto ai comportamenti dei gruppi parlamentari.
Quanto al primo questito, i grillini confermano le aspettative verso un movimento che nasce e cresce come movimento di protesta. La ricerca di un radicale rinnovamento dell’Assemblea e il taglio dei costi della casta sono evidentemente i due motivi principali. Il “no” a specifiche politiche economiche europee ed il “sì” al proprio programma politico rappresentano invece un terzo delle ragioni per il consenso.
Ma chi pensa che il M5S si limiterà a fare opposizione “senza se e senza ma”, si sbaglia. O meglio, è in netta minoranza. Il 58% degli elettori grillini ritiene infatti che i propri gruppi parlamentari debbano avere un atteggiamento “laico” nei confronti degli altri gruppi, valutando di volta in volta il merito delle proposte legislative. Sono invece solo il 7% i grillini che vorrebbero creare delle alleanze stabili con altri partiti – immaginiamo con Rivoluzione Civile.
A margine dell’analisi, Demopolis ci presenta anche le sue proiezioni sulla distribuzione territoriale del voto grillino. Per l’istituto di Pietro Vento, la crescita del M5S è particolarmente forte al centrosud, ed in Sicilia – regione-chiave per il Senato – potrebbe confermare il proprio primato sugli altri partiti.