Il Risiko delle regioni: la Lombardia
Se la maggioranza alla Camera sembra destinata ad essere nelle mani del centrosinistra, al Senato dipenderà in buona sostanza da chi conquisterà anche un solo voto in più degli avversari in Lombardia. La media dei sondaggi sulle intenzioni di voto al Senato nella regione mostra un leggerissimo vantaggio per il centrosinistra (34,2%) sul centrodestra (33,9%).
Gli altri poli, secondo tutti i sondaggi, sono molto staccati e fuori dalla corsa per il premio di maggioranza. Con la lista unica centrista di Monti al 14%, il MoVimento 5 Stelle al 10,4%. Rivoluzione Civile di Ingroia ferma al 4,1%. In questo contesto poco chiaro almeno una cosa è però certa: se questi dati dovessero essere confermati, la lista di Ingroia non riuscirebbe a far eleggere alcun Senatore.
[ad] Rispetto alla composizione delle liste notiamo alcune interessanti novità. La Lega Nord schiera capolista al Senato Roberto Calderoli, seguito da Giulio Tremonti, in fuga dal PDL. Mentre sul fronte del centrosinistra ben tre assessori del Comune di Milano (tra cui Bruno Tabacci) sono in corsa per un seggio parlamentare. Per cui il sindaco Pisapia dovrà provvedere a breve ad un rimpasto per la sua giunta comunale.
In Lombardia, inoltre, si terranno contestuali elezioni per il rinnovo del presidente e del consiglio regionale. Maroni, candidato di tutto il centrodestra, sfida il centrosinistra di Ambrosoli. Tra i due Albertini, ex-sindaco di Milano all’epoca in Forza Italia, è adesso schierato con i montiani e candidato da questi al Senato. Comunque vada la sua corsa alla conquista del Pirellone, Albertini avrà solo da optare tra la carica di consigliere regionale e quella di senatore: la sua elezione a Palazzo Madama è certa perché è il primo della Lista Monti in Lombardia. Da un sondaggio Ipsos del 16 gennaio, è testa a testa tra Maroni e Ambrosoli (39,6% a 39,8%).
Il quadro per le regionali è quindi tale e quale alle intenzioni di voto per il Senato, con il risultato che ogni previsione è in questo momento rischiosa. In entrambe le contese, e per tutti gli schieramenti, sarà necessario convincere quegli elettori che dichiarano che non andranno a votare o di essere incerti (circa il 30%).
A cura di Nicola Rosellini