Il Risiko delle Regioni: la Sicilia
Ad un mese dal voto, la partita alla Camera sembra ormai chiusa con un netto e stabile vantaggio della coalizione di centrosinistra. La conquista del governo del paese si gioca quindi al Senato, dove il premio di maggioranza è assegnato in ogni regione, trasformando questa competizione in una sorta di “lotteria”. In particolare ci sono alcune regioni “cruciali” in bilico tra centrodestra e centrosinistra. Una tra queste è la Sicilia, regione che assegna ben 26 senatori, nella quale la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra sono sostanzialmente in pareggio: come ci mostra chiaramente una media degli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto (Euromedia, Tecnè, Ispo, Ipr marketing, Termometro Politico) con la coalizione guidata da Bersani al 28,8%, e quella capeggiata da Berlusconi al 30,9%, separate, quindi, solo da circa 2 punti percentuali.
[ad]Tutto si deciderà nei prossimi 30 giorni di campagna elettorale, che sarà probabilmente serrata e tesa alla conquista di ogni voto disponibile, visto la poca differenza tra le due coalizioni maggiori. Forse è in questa direzione che è stata presentata la lista di Rosario Crocetta “Il megafono” in corsa al Senato (in coalizione con il centrosinistra) rivolta alla società civile, ma che attira anche il sostegno di politici, ultimi in ordine cronologico Marco Forzese (ex Udc) e Luigi Gentile (ex Fli).
La situazione rimare comunque ancora molto incerta e gli equilibri potrebbero variare notevolmente, considerato che le due coalizioni principali stanno già attraversando fasi di fibrillazione: nello specifico la coalizione di centrodestra sta tentando di superare una spaccatura all’interno del movimento “Grande sud” dal quale sono fuoriusciti vari amministratori locali e regionali, in conflitto con Gianfranco Miccichè, soprattutto per la stesura delle liste elettorali; mentre nella coalizione di centrosinistra il Pd affronta gli attacchi e forse la formazione di una propria area politica da parte dell’ex senatore Vladimiro Crisafulli escluso, dopo le primarie, dalle liste elettorali. Ma ad influire sul risultato finale potrebbe concorrere anche il risultato delle altre coalizioni presenti in questa competizione elettorale: “Rivoluzione civile” guidata da Ingroia ottiene , nella media dei sondaggi, il 4,9% un risultato modesto, che non consentirebbe alla coalizione di superare la soglia di sbarramento del Senato (pari all 8%) ma che potrebbe penalizzare la coalizione di Bersani. “Lista Monti per L’Italia” si attesta in media nei sondaggi al 15,8% e che ,nonostante la sua trasversalità rispetto alle due coalizione principali, potrebbe svantaggiare maggiormente quella di Berlusconi. Ed infine il Movimento 5 stelle che in media riscuote il 17,4% dei consensi ma che è molto trasversale ottenendo voti sia dalla coalizione di centrodestra che da quella di centrosinistra (dati Ispo sui flussi elettorali). In tale contesto di sostanziale parità tra le prime due coalizioni in termini di consenso tutto può concorrere a modificare gli equilibri, considerato anche che secondo il sondaggio Tecnè sono ancora indecisi quasi il 50% degli elettori. Non resta che attendere gli sviluppi della campagna elettorale e di come, insieme al resto, essa influirà sulle intenzioni di voto degli elettori siciliani.
di Mirco Doto