Non si fanno attendere le risposte alla proposta di accordo post-elettorale tra Bersani e Monti. E’ il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola a parlare, dai microfoni di “Un Giorno da Pecora”, del premier uscente come di un’idrovora, intenzionata a risucchiare tutto lo scenario politico.
In realtà, l’intenzione di Bersani di dialogare con le formazioni moderate dopo il voto per la riforma dello Stato è già di diversi mesi fa, tanto che è presente nella stessa Carta d’Intenti della coalizione, firmata in occasione delle primarie del centrosinistra. E quindi non sono abboccamenti estemporanei, tanto più che la vittoria del centrosinistra al Senato è tutt’altro che certa.
[ad]Monti, dice egli stesso, farebbe il ministro in un governo progressista, ma al tempo stesso approfitta per dire la sua anche sulla composizione della coalizione guidata da Bersani, invitando il segretario del Pd a scegliere tra Vendola e se stesso. Parole che possono far parte del gioco, ma che causano incomprensioni a sinistra.
Da un lato portano quindi Vendola a riaffermare il “diritto di vincere senza essere posto sotto tutela dal liberista e conservatore Mario Monti”, dall’altro a far precisare dai più vicini al segretario Pd che l’alleanza con Monti si farebbe solo per le riforme e che quella con Vendola non si tocca.
Vendola, tra l’altro, da diverse settimane è impegnato nella sfida con Rivoluzione Civile, di Ingroia e dei suoi ex compagni di partito Ferrero e Diliberto: oggi Ingroia ha attaccato Sel, affermando che con l’alleanza con Monti si svela come l’unica sinistra sia la sua.
E da destra, Berlusconi che attacca sia Monti che Bersani, ironizzando sul fatto che siano legati solo dalle tasse, ma a stretto giro di posta è stato attaccato dal segretario Pd, che gli ha proposto di restituire, insieme all’Imu, anche i miliardi delle quote latte e quelli di Alitalia.