Nelle ultime settimane, tutti i principali istituti demoscopici hanno moltiplicato le uscite dei propri sondaggi elettorali, in vista dello stop previsto per legge dalla prossima settimana. Ha suscitato particolare clamore l’App creata da Swg per poter comunicare agli utenti (a pagamento) i sondaggi che comunque l’istituto triestino continuerà a fare – come tutti, del resto.
[ad]App che è stata bocciata oggi dall’AgCom per “manifesta violazione della legge sulla par condicio”, suscitando l’ira del presidente Weber, che individuando in Berlusconi il possibile “mandante” della bocciatura (perché la concorrente Euromedia, vicina al Cavaliere, non avrebbe avuto il tempo di fare altrettanto) promette ai clienti di poter offrire lo stesso il servizio seppur in altro modo.
Tralasciando le nostre ovvie perplessità in merito alla norma, veniamo all’ultimo studio fatto da Swg e pubblicato proprio attraverso la “famigerata” App. Si tratta della proiezione sulla distribuzione dei seggi ai partiti per Camera e Senato.
E’ noto che da tempo Swg segnala una maggioranza di voti per la coalizione di centrosinistra guidata da Pier Luigi Bersani, pur essendo tra gli istituti che considera il divario rispetto alla coalizione berlusconiana tra i più ridotti.
Come si evince dai titoli, Swg segnala come la legge elettorale, partorita per un sistema politico caratterizzato da un bipolarismo molto netto (quello delle elezioni 2006), favorisca oggi la fine del bipolarismo, non solo al Senato, dove sembra sempre più probabile che la coalizione guidata da Bersani faticherà ad avere una maggioranza, ma anche alla Camera, dove le coalizioni perdenti (quest’anno prevedibilmente almeno due, se non quattro) dovranno spartirsi il 46% dei seggi, con un divario tra primo e secondo classificato potenzialmente enorme.
La proiezione di Swg ci mostra infatti come alla Camera i seggi vinti dalla coalizione vincente (nel caso, Italia Bene Comune) sarebbero quasi il triplo di quelli vinti dalla coalizione guidata da Silvio Berlusconi. Meno vistoso sarebbe invece il divario con le altre forze: il M5S, che avrebbe 78 seggi, il centro di Monti (57 eletti) e Rivoluzione Civile (che secondo Swg supererebbe la soglia e otterrebbe dunque 21 eletti).
Discorso diverso, ma risultato simile, al Senato. Qui la differenza in termini di seggi tra le due principali coalizioni si riduce, a svantaggio della lista Monti ma non del MoVimento 5 Stelle. Il risultato rimane simile, però, perché è qui più che alla Camera che il centrosinistra avrà (avrebbe) bisogno di rinunciare ai vantaggi che un sistema bipolare offre ai vincitori.