Monti contro Grillo: “Ci vuole come la Grecia”
Mario Monti, ospite di Unomattina, cambia bersaglio. Dopo Berlusconi e Bersani ora è la volta di Beppe Grillo. “Caro Grillo – ha esordito il premier dimissionario – non so se bisogna darti del tu o del Voi, non diciamo sciocchezze che portano le persone ad avere ancora più confusione nella testa. Non ho eseguito gli ordini dell’Europa. Grillo vada a fare i suoi comizi nelle piazze Greche, le troverà piene di neofascisti. Grillo è un simpatico comico, ma è devastante per la politica italiana”. Un attacco in piena regola ad un competitor che nelle ultime settimane di campagna elettorale si fa sempre più ostico, riempiendo le piazze italiane e salendo nei sondaggi.
Infatti, Grillo e il suo movimento, rappresentano per Monti e i centristi il principale nemico, più del Cavaliere e più del vituperato Vendola. Secondo gli ultimi sondaggi (prima dello stop), l’M5S avrebbe superato l’intera coalizione Montiana, relegando il Professore in quarta fila. Un problema in più per Monti che si aggiunge alla sempre più difficile (ma obbligata) intesa post voto con i democratici di Bersani.
[ad]Ed ecco spiegato il motivo dell’attacco a Grillo. “Io sto proponendo l’uscita dalla politica tradizionale non per seguire la strada di quel simpatico comico e se avessimo avuto più tempo credo che oltre il 50 per cento degli italiani avrebbero aderito alla nostra proposta” dichiara con sicurezza il Professore. Dopo l’intemerata contro il comico, Monti si dedica a sferrare frecciatine bipartisan. Contro Berlusconi “Le sue proposte appartengono al regno dell’impossibile”. E contro Bersani. “”Se prendiamo il piano di lavoro della Cgil, alla quale Bersani non è insensibile, esso è basato sull’aumento della spesa pubblica, quindi lascia poco margine per abbassare le tasse”. Infine, Monti lascia una porta mezza aperta ad una possibile grande coalizione post voto. “Una grande coalizione è il modo migliore per gestire le cose italiane? Su certi temi come le riforme istituzionali sì, su altri più fondamentali come le riforme economiche e sociali bisogna vedere chi c’è nella coalizione”.